Raggi assolta in tribunale Roma condannata al declino

In un anno perde 18 posizioni: è 85esima nell'indagine della Sapienza. E i cittadini le hanno già dato il benservito

Raggi assolta in tribunale Roma condannata al declino

Alt, indietro tutta: Roma non pervenuta quando si parla di qualità della vita. Più che una frenata, nella classifica delle province italiane dove si vive meglio, quello della Città Eterna è un crollo precipitoso. Nell'ultimo anno, in cui la sindaca M5s Virginia Raggi non ha fatto che ripetere ai suoi concittadini di lasciarla lavorare perché presto i risultati sarebbero arrivati, Roma è crollata dal 67esimo all'85esimo posto del ranking, perdendo ben diciotto posizioni. Niente male per la capitale d'Italia, relegata in coda alla graduatoria, come una provincia qualunque.

E questa volta non è la politica a dirlo. Non c'entra l'opposizione in Campidoglio, sempre pronta a puntare il dito contro l'amministrazione capitolina, non c'entrano neppure i cittadini che il declino della città lo vivono quotidianamente sulla propria pelle. Ad inchiodare l'operato della giunta a Cinque Stelle sono i numeri, oggettivi ed incontestabili, di un'indagine realizzata da Italia Oggi con l'Università La Sapienza di Roma che ha fotografato lo stato delle città italiane analizzando parametri come l'ambiente, la criminalità, il disagio sociale e personale, i servizi scolatici e il tempo libero. Gli stessi indicatori presi in considerazione lo scorso anno, quando Roma aveva fatto un balzo in avanti di 21 posti facendo esultare la sindaca per quella che definì una «inversione di rotta rispetto al passato», evidentemente dando credito alla ricerca, che questa volta, invece, non ha ancora commentato. Lo ha fatto il capogruppo M5s in Campidoglio, Giuliano Pacetti, dando la colpa, come prassi per i Cinque Stelle, alle giunte passate: «Il lavoro che portiamo avanti per Roma è strutturale e va a incidere su problematiche incancrenite in decenni di mala gestione e incuria a danno della collettività».

Ma prima ancora dei risultati impietosi della classifica, il livello di saturazione dei romani era già stato certificato tre settimane fa da una manifestazione di cittadini che a migliaia, al grido di «Roma dice basta», si sono ritrovati in piazza del Campidoglio per dire no al degrado. Messi insieme da sei donne con un passaparola su Facebook e senza bandiere di partito alle spalle, gli abitanti della capitale hanno chiesto a gran voce le dimissioni della sindaca, stufi dei quartieri sommersi dai rifiuti, delle strade disseminate di reti arancioni simbolo di eterni lavori in corso, dell'asfalto costellato di buche che provocano incidenti troppo spesso mortali, degli alberi che cadono, dei palazzi occupati e mai sgomberati, delle gare di appalto comunali bloccate che paralizzano i servizi dei cittadini. Sabato scorso c'è stato l'ennesimo segnale della perdita di consensi della Raggi: la manifestazione a sostegno della sindaca è stata un mezzo flop.

In Campidoglio qualche centinaio di supporter riuniti in un angolo della piazza offriva un colpo d'occhio ben diverso dalla folla che il 27 ottobre la stessa piazza non riusciva a contenere.

Il primo a commentare è Maurizio Gasparri, Forza Italia: «L'indagine conferma l'assoluta urgenza di mandare a casa Virginia Raggi e dare alla capitale un governo che la faccia uscire dal gorgo in cui sta precipitando».

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