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Rai, via alla riforma. Renzi polemizza: "Prendermi la tv? Frasi fuori dalla realtà"

Il premier conferma l'amministratore unico e un Cda più snello. In arrivo anche un canale culturale senza la pubblicità

Rai, via alla riforma. Renzi polemizza: "Prendermi la tv? Frasi fuori dalla realtà"

Fuori la politica da viale Mazzini "non vuol dire che chi ha responsabilità politiche si debba tirare fuori dal controllo e dalla vigilanza, per questo non siamo per il sorteggio che è l'abdicazione della politica: i più bravi devono guidare la Rai". Il cavallo di battaglia del premier Matteo Renzi rispunta fuori durante la conferenza stampa dopo il cdm iniziato nel pomeriggio. Avviato l’esame del ddl sulla riforma della televisione pubblica, provvedimento che ora inizierà il suo iter legislativo che si prospetta piuttosto burrascoso. Del resto, la Rai è un "piatto ghiotto" per governo ed opposizioni.

Ed il premier vuole trascinare (quasi di peso) fuori dai confini della tv di Stato, tutte quelle poltrone che in questi anni hanno guidato la Rai: "Occorre, innanzitutto, che non vi sia contiguità con partiti e forze politiche. Questo non significa che le forze politiche non possano avere il compito di vigilare e di indicare le persone giuste, ma significa che quando hai deciso chi controlla e guida, non è che per nominare un caporedattore si debba sempre entrare nella discussione". Insomma, snellire sì, ma come dico io.

Renzi conferma anche le indiscrezioni circolate in questi giorni che volevano un consiglio d’amministrazione più snello per viale Mazzini: "Immaginiamo un Cda più ristretto, la cui maggioranza sia eletta dal Parlamento in seduta comune (come accade per il presidente della Repubblica ndr) e con un membro espressione diretta dei dipendenti Rai". E sul "capo" della tv, il premier ha le idee chiare (anzi, chiarissime): "Il governo ha il dovere, più che il diritto, di individuare un capo azienda. Scelta che deve passare per il voto di conferma del Cda". Anche qui, lasciarla libera sì, ma chi guida la Rai, lo decido io.

La riforma della Rai prevede una rete "senza pubblicità" destinata "alla cultura, non in senso noioso e passatista, ma come arricchimento della persona umana". "Leggo stravaganti interpretazioni secondo cui Renzi - ha detto il premier - vuole mettere le mani sulla Rai. Non vogliamo mettere le mani sulla Rai, ma dare ossigeno all'azienda. Basterebbe andare al rinnovo del cda con la Gasparri per avere la maggioranza. Che venga fatta questa accusa a chi ha rinunciato anche a parlare con vertici Rai per non dare impressione di interferire, è fuori dalla realtà". Prendersi la Rai sì, ma senza dare nell’occhio.

Alla chetichella, insomma.

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