Cronache

Rai3 cancella Craxi dal palinsesto "Inopportuno alla vigilia del voto"

Il film non va in onda. Bobo: "Di cosa hanno paura?"

Rai3 cancella Craxi dal palinsesto "Inopportuno alla vigilia del voto"

Divide ancora. Passano gli anni, ma il nome di Bettino Craxi è sempre una pietra d'inciampo della politica italiana. Imbarazzo, dunque, per un film che sparisce dai palinsesti di Rai3. Hammamet, che è tutto tranne un'agiografia, era atteso sugli schermi venerdì sera, ma è stato sostituito in corsa come un cavallo zoppo. Bobo, rampollo di Bettino, twitta con la sciabola ed evoca la censura. Questioni di opportunità, ribattono in Rai, alludendo proprio alla sua candidatura a Roma come numero uno in una lista apparentata con Roberto Gualtieri. Un incrocio pericoloso per la bilancia della Rai, una scelta insensata per la famiglia del leader socialista.

Hammamet racconta la parabola delle scomparso segretario del Psi, ma Gianni Amelio, uno dei grandi nomi del cinema italiano, si concentra sugli anni drammatici dell'esilio. E uno strepitoso Pierfrancesco Favino dà corpo a questi tormenti, solo che i fantasmi sono anche altrove: in Rai fanno due più due, una pellicola in cui c'è Bobo a 48 ore dalle amministrative, e tirano giù la saracinesca.

«Avevano paura di dedicargli una via a Milano qualche anno fa - afferma Stefania Craxi, sorella di Bobo - hanno ancora paura di mio padre adesso, anzi di un film su di lui».

Bobo è ancora più tranchant: «Qual è il nesso fra la messa in onda di un film che romanza la vicenda storica di un uomo di Stato che hanno già visto più di un milione di italiani e la candidatura di un suo discendente? La Rai3 ha operato un'imbarazzante censura».

Franco Di Mare, il direttore delle rete, tace. Ma in Rai rispondono con la categoria dell'opportunità. Il candidato Bobo Craxi sarebbe andato in onda alla vigilia del voto, provocando malumori e mal di pancia vari. Insomma, le ragioni dell'arte e della storia, al cospetto di uno dei big del Dopoguerra, al confronto con la scrivania da ragionieri dei dirigenti di viale Mazzini e di un'azienda che pure in questi anni non si è fatta mancare niente.

Punti di vista. Una mentalità che quando incontra le urne è costretta ad applicare la par condicio pure agli artisti più acclamati del grande schermo. E poi, sotto sotto, c'è sempre lui, Bettino che anche da morto, laggiù in Tunisia, attraversa come una faglia la società italiana che è uscita dalla tempesta di Mani pulite, ma fino a un certo punto.

Abbiamo girato pagina, ma non del tutto. Lo statista morto da latitante è una contraddizione che il Paese si porta sempre dietro e non c'è modo di ricomporla fino in fondo. Almeno ora. Forse, le prossime generazioni troveranno un punto di equilibrio che oggi non c'è, come è accaduto per altre epoche lacerate da contrapposizioni insanabili,

Nessuno aveva notato quel cognome ingombrante ai nastri di partenza. Sfortuna o, forse, disattenzione, al momento di varare i palinsesti. Ora la Rai butta acqua sul fuoco: Hammamet andrà in onda il 26 novembre.

Una data, si spera, meno impegnativa.

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