
Un'esclusione per molti incomprensibile. E che farà sicuramente rumore. Tanto che per oggi pomeriggio il gruppo FdI-Ecr, guidato da Nicola Procaccini, ha indetto una conferenza stampa per parlare di una censura proprio là dove più forte dovrebbe essere lo spirito libertario e di garanzia di espressione: la commissione del Parlamento europeo che monitora le limitazioni di libertà di stampa e dello stato di diritto. Soprattutto alla luce dei fatti come lo scandalo Paragon, che ha visto alcuni giornalisti vittime dello spionaggio cibernetico.
Il gruppo di monitoraggio chiamato a verificare lo stato della libertà di informazione nel nostro Paese ha infatti accettato di sentire solo alcuni giornalisti. Non tutti quelli che erano stati proposti alla commissione. Sì, dunque, a Sigfrido Ranucci (conduttore e autore di Report) e al direttore di Fanpage, Francesco Cancellato. Non è stata, invece, ritenuta necessaria l'audizione di Tommaso Cerno, direttore de Il Tempo. Stesso discorso per Paola Ferrazzoli, tra le fondatrici dell'associazione Giornaliste Italiane. Voci di destra. In realtà il monitoraggio che la commissione è chiamata a compiere è di più vasto raggio. Dovrà infatti svolgere una sorta di panoramica sullo stato di diritto nel nostro Paese. Ed è per questo che saranno chiamati anche esponenti dell'Anm, lo stesso Guardasigilli Carlo Nordio e il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi (questi ultimi due interverranno soltanto da remoto). Stato di diritto e stato dei diritti. Perché si parlerà anche dei nuovi diritti e per l'occasione verranno sentite Alessia Crocini, della associazione Famiglie arcobaleno, e Roberta Parigiani, del Movimento identità trans. Anche nel caso delle questione dei nuovi diritti erano stati proposti altri «testimoni» da audire. Come Jacopo Coghe, portavoce dell'associazione Pro Vita & Famiglia, nota pe le sue posizione antitetiche a quelle dei gruppi soprannominati. L'unico testimone accettato da quelli proposti dal gruppo FdI-Ecr è quello di Francesco Greco, presidente delle Camere penali. Sulle esclusioni nelle audizioni la vicepresidente del Parlamento europeo, la belga Sophie Wilmès, e a capo del gruppo di monitoraggio sullo stato di diritto in Italia, si trincera dietro il fatto che le testimonianze delle audizioni erano state già decise nell'ottobre scorso. E le candidature proposte dal gruppo Ecr sono arrivate solo nelle ultime settimane.
Della sua esclusione parla il direttore del Tempo Tommaso Cerno, raggiunto dall'AdnKronos. «Censurano un giornalista che da quando aveva 16 anni si occupa di diritti civili, di biotestamento, che si è occupato del caso Englaro, del gay pride, che dirige un giornale che mi sembra essere una voce libera di questo Paese - spiega - Mi domando sulla base di quale criterio proprio io sia stato escluso. In Italia c'è sì il fascismo, ma sta all'opposizione, non al governo». Solidarietà a Cerno la esprime il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro: «Paradossale che, in un incontro sul pluralismo dell'informazione, venga censurata la voce di un giornalista che ha dedicato la propria carriera ai diritti civili».
Sui suoi profili social, intanto, un altro ex giornalista, ora parlamentare europeo, Sandro Ruotolo, parla dell'audizione di oggi e ricorda che l'Italia ancora non ha recepito il Media Freedom Act, votato dal parlamento di Strasburgo, a tutela dei giornalisti e della libertà di stampa. Senza però dire una parola sull'esclusione del collega Cerno alle audizioni.
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