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Il razzismo al contrario. Via gli studenti bianchi dalle celebrazioni "nere"

L'università di Westminster organizza il Black History Month. Ed esclude gli iscritti caucasici

Il razzismo al contrario. Via gli studenti bianchi dalle celebrazioni "nere"

Londra. Come si celebra all'Università di Westminster il «Black History Months», il mese dedicato alla storia degli afroamericana? Vietando l'ingresso agli eventi agli studenti bianchi. Prove di segregazione razziale a rovescio a Londra, nella capitale più cosmopolita e multietnica del mondo. Sta suscitando l'indignazione di molti la decisione del sindacato studentesco dell'ateneo di limitare la partecipazione ad alcuni eventi del programma ai soli studenti di colore. La motivazione ufficiale contenuta nella mail informativa spiega che le restrizioni - nel messaggio non si specifica di quali eventi si tratti, se dibattiti, presentazioni di film o serate danzanti - dice che la decisione è stata presa «per favorire e incoraggiare un luogo sicuro per confronti e onesti dibattiti». Come dire che, se ci sono anche gli studenti caucasici, quelli neri potrebbero sentirsi intimiditi. Una giustificazione che ha raggelato anche molti docenti di altre università. Neil Thin, antropologo sociale all'ateneo di Edimburgo, ha dichiarato il suo sconcerto al Daily Telegraph. «È tragico vedere un'università britannica copiare il segregazionismo sociale che abbiamo visto in precedenza nei sistemi educativi del Sud Africa e degli Stati Uniti - ha spiegato al quotidiano- ed è amaramente ironico veder utilizzata così la retorica dei luoghi sicuri per giustificare la segregazione razziale. Non c'è nulla in grado di rendere gli spazi sociali più insicuri che questo modo di agire». Concorda anche il deputato conservatore John Hayes che si è detto preoccupato per come «simili idee possano propagarsi in una società libera ed aperta» ed ha chiesto un'indagine per potenziale discriminazione. «Ad un certo punto pensi che dovrebbe essere chiaro a questi fanatici che non si riduce la discriminazione razziale discriminando a tua volta sulla base della razza. Loro però sono talmente accecati dalle loro convinzioni ideologiche da non riuscire a vedere la contraddizione» ha commentato Toby Young del sindacato Free Speach. Nel frattempo l'università di Westminster sta promuovendo separatamente il programma dal nome Black History Year Create, pensato per preparare gli studenti di colore all'inserimento nel mondo del lavoro, tenendo conto di problemi come le micro aggressioni, il razzismo sistemico, la mancanza di rappresentanza. «Si tratta di un programma che vuole trasformare in opportunità le differenze tra gli studenti - ha spiegato un portavoce dell'ateneo - uguali opportunità non significano sempre offrire accesso alle stesse cose: significa creare un piano di gioco offrendo alcuni programmi a chi non è stato abbastanza rappresentato o a coloro che fino ad ora hanno avuto meno possibilità».

Tacciono invece per il momento, i rappresentanti del sindacato degli studenti, probabilmente per timore di suscitare un altro vespaio al primo commento «politicamente corretto» che potrebbe sfuggir loro di bocca. Ieri però, in un post sui social media dell'Università, che promuoveva una classe interattiva sulla piattaforma Zoom, gestita da Zoe Harsh, CEO e fondatrice di un'impresa sociale che si occupa di sviluppo delle posizioni lavorative, nonché laureata in economia e presidente del sindacato studentesco dell'Essex per due anni, è apparso un messaggio conciliante. «Questo evento fa parte del Black History Month, ma tutti gli studenti sono i benvenuti - si leggeva nel post - non mancate».

Per fortuna non tutti, a Westminster, sono politicamente corretti.

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