Il re canadese dei cecchini tra Isis e videogiochi che uccide da 3.500 metri

È uno dei tiratori scelti di Mosul. Decisivi vento e fucile: «In 10 secondi può capitare di tutto»

Il re canadese dei cecchini tra Isis e videogiochi che uccide da 3.500 metri

Il sergente americano Craig Harrison si è dovuto arrendere. Ha sventolato bandiera bianca non di fronte al nemico, ma a un alleato canadese. Dallo scorso maggio, anche se la notizia è stata riportata dal Globe and Mail di Toronto soltanto giovedì, è un cecchino del Joint Task Force 2, unità d'élite che opera nell'area di Mosul, ad aver stabilito il nuovo record di un colpo mortale dalla distanza più lunga. Lo sniper, il cui nome non è stato rivelato per ragioni di sicurezza, ha ucciso un terrorista dell'Isis in Iraq da 3.540 metri. Il kill shot è stato messo a segno da un fucile di precisione McMillan Tac-50, e la pallottola ha impiegato 10 secondi prima di raggiungere il suo bersaglio. Il record di Harrison risaliva addirittura al novembre 2009, quando centrò un talebano a Musa Qala, in Afghanistan, da 2.475 metri con un fucile di precisione L115 A-3. Sul podio di questa particolare classifica troviamo un altro canadese, il caporale Rob Furlong, che nell'ottobre 2002, durante l'operazione «Anaconda» nella valle di Shah-i-Kot (sempre Afghanistan) abbatté un talebano che si trovava a 2.430 metri di distanza. Anche lui utilizzava un Tac-50.

Il lucky strike si è consumato quando la squadra di tiratori scelti del Joint Task Force 2 ha scoperto che i miliziani dell'Isis si stavano avvicinavano alle forze di sicurezza irachene. I soldati della 2ª Divisione non sapevano che da lì a poco avrebbero corso il rischio di cadere in un'imboscata. È probabile che il cecchino non si aspettasse di colpire il bersaglio a una tale distanza, ma sperava che il fuoco avrebbe spaventato i miliziani, inducendoli a fuggire. Ci sono parecchi fattori che determinano la buona riuscita di un colpo esploso da un cecchino ad oltre tre chilometri dall'obiettivo. Come spiega il generale Denis Thompson, comandante della Joint Task Force 2, chi spara deve stimare dove si troverà il miliziano, «perché quando il grilletto viene premuto ci sono meno di dieci secondi di tempo per raggiungere il bersaglio». L'ottima mira del militare e la precisione del fucile devono però fare i conti «con la scienza, in termini di calcoli balistici, così come di forza o di direzione del vento». Dallo scorso anno il governo canadese ha deciso di non utilizzare attacchi aerei, preferendo aumentare le forze di terra impiegate in battaglia. «I nostri sono soldati altamente addestrati - commenta il ministro della Difesa Harjit Sajjan - combattendo a terra dobbiamo però disporre non solo di altissime professionalità, ma di armi di affidabilità totale».

Come appunto il Tac-50, fucile prodotto a Phoenix, in Arizona, dalla McMillan Brothers Rifle Company e in dotazione alle forze speciali di Canada, Stati Uniti, Israele, Francia e Turchia. Il Tac-50, che pesa 11,8 kg, e che ha un prezzo di mercato di circa 12mila dollari, è soprannominato dai soldati americani «Big Mac», mentre i francesi del Commandos Marina, l'hanno ribattezzato «La Bestia». È dotato del sistema Precision Guided Firearms: il mirino fornisce tutte le informazioni ambientali di cui si può avere bisogno, come direzione e velocità del vento, distanza dall'obiettivo, gradi, etc. Schiacciando un pulsante si assesta il puntamento sull'obiettivo designato. È sicuramente il fucile che detiene il record di obiettivi colpiti da maggior distanza, ma non vanta il primato di precisione. Sotto questo profilo il numero uno al mondo è il CheyTac M200 Intervention un sistema d'arma completo che fa del fucile in questione qualcosa di simile a un computer.

Centra il bersaglio a quasi due chilometri e mezzo con un solo colpo, ma soprattutto riesce a colpire a quella distanza per tre volte consecutive. Il CheyTac, prodotto a Charleston, South Carolina, viene utilizzato in prevalenza dai «Berretti Marroni», le forze speciali turche.

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