Rosso Malpelo

Il reddito di cittadinanza? Programma da scherzi a parte

La misura è un esproprio di ricchezza prodotta da qualcuno e assegnata a qualcun altro, retribuito per non fare nulla

Il reddito di cittadinanza? Programma da scherzi a parte

La messinscena della nascita di un governo che non c'è (e forse non ci sarà mai) è il primo caso storico di gravidanza isterica post-elettorale. Quasi tre mesi di travaglio hanno finora provocato nausee ai risparmiatori, allo spread, ai mercati, a quel che resta del Monte dei Paschi, ma anche alla pazienza collettiva. L'eterna gestazione si esprime per video-gemiti e bozze redatte in una lingua da paese sottosviluppato. Tanto travaglio trova tuttavia religiosa attenzione negli studi televisivi sottomessi a un giovane prestidigitatore che brucia milioni pubblici per affumicare a suo gusto la Costituzione, tanto a lui che gli frega. All'orizzonte, lo spettro del «reddito di cittadinanza» che non compensa un atteggiamento produttivo, per esempio aggiornarsi, ma è un esproprio di ricchezza prodotta da qualcuno e assegnata a qualcun altro, retribuito per non fare nulla. La matrice di questa idea geniale sta in quella sinistra che finge di non sapere che la ricchezza va prodotta e non distrutta. Far credere che sia cosa buona scipparla è roba da 'ndrangheta, non da welfare. Quanti miliardi occorrerebbero per finanziare una tale rapina è argomento di discussione. Ma il naufragio economico e di immagine che ne deriverebbe se una cosa del genere si facesse, ci renderebbe ridicoli e spregevoli davanti al resto del mondo civile.

Quel mondo che non complotta contro l'Italia, ma che si chiede sbalordito se non siamo finiti tutti su Scherzi a parte, edizione online, piattaforma Rousseau.

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