Referendum, i renziani lanciano #ciaone: scoppia la polemica nel Pd

In poche ore l'hastag #ciaone usato dal deputato renziano Ernesto Carbone per irridere i votanti al referendum diventa di tendenza ma i tweet di risposta contengono solo insulti

Referendum, i renziani lanciano #ciaone: scoppia la polemica nel Pd

Il referendum sulle trivelle diventa una lotta politica a colpi di tweet. In poco tempo #ciaone è diventato il nono hastag di tendenza in Italia. Tutto grazie al deputato renziano Ernesto Carbone che ha scritto: “Prima dicevano quorum. Poi il 40. Poi il 35. Adesso, per loro, l'importante è partecipare #ciaone”. Frase subito ritwittata da un altro renziano, Francesco Nicodemo, responsabile del settore comunicazione nella segreteria Pd nonché compagno dell’eurodeputata Pina Picerno.

I due pasdaran renziani sono stati subito presi di mira dagli utenti di Twitter e insultati di malo modo. Un utente ha scritto una “preghierina” alquanto blasfema: “Dio facci raggiungere il 50%, perchè quel #CIAONE domani glielo voglio infilare su per il....”. Un altro, con grande raffinatezza, ha scritto: “Qualcuno l'ha già notato che #ciaone fa rima con cojone, si?” Altri prendono di mira anche il premier a cui mandano un avviso di sfratto in vista del referendum costituzionale. “#ciaone al #PD, a #Renzi, a #Carbone, a #Nicodemo, tra pochi mesi sarete un brutto ricordo e, forse, sarete anche emigrati...”, è l’eloquente tweet. Ma gli attacchi al Pd si sprecano.“La politica 2.0 della Leopolda, lo spin doctor di Obama, e poi tutto quel che sanno fare è irridere gli elettori con una puzzetta #ciaone”, si legge in un altro tweet. Oppure: “Siamo nelle mani di un partito che, ad un aperte, commenta l'andamento elettorale con un #ciaone. Poveri noi”.

Poi ci sono gli indignati che scrivono frasi del tipo: “Capisco #ciaone tra amici al bar. Lo capisco meno da onorevoli su un referendum ad urne aperte. Vale tutto, non tutto rientra nel buon gusto”. E ancora: “Gentile pres del Consiglio e segretario Pd @matteorenzi, si sente rappresentato da suoi illustri colleghi che irridono i cittadini votanti?” Un altro invoca implicitamente Craxi: “A urne aperte il peggior Pd: sembra il bagaglino tra #Ciaone #iononvoto . Era meglio l'invito ad andare a mare. #BattiQuorum: ancora si vota”. E infine: “Con #ciaone tocchiamo nuovi fondi inesplorati di pochezza e disprezzo. Andate a votare, passiamo il quorum contro questi personaggi”.

Sempre da Twitter arriva anche il commento caustico del deputato di Sel Nicola Fratoianni che scrive: “Comunque #ciaone fa rima con #cialtrone. #SIvotaSI”. Ma alla polemica partecipano anche due esponenti della minoranza come Miguel Gotor e Marco Meloni. Il primo, senatore di fede bersaniana, ricorda che tra i votanti ci sono anche tanti iscritti ed elettori del Pd e dice di trovare imbarazzante che “in queste ore dirigenti di spicco del Partito democratico stiano irridendo a colpi di tweet quei cittadini che hanno scelto di votare al referendum e dunque di partecipare in modo attivo alla vita democratica del proprio Paese". Il secondo, deputato di chiara fede lettiana, lascia a Facebook la sua indignazione e attacca i dirigenti e parlamentari che hanno offeso i cittadini che sono andati a votare: “Lo dico chiaramente: non sono degni del loro ruolo.

Non mi rappresentano, non ci rappresentano. Meritano invece un grande grazie a tutti gli elettori, di qualunque fede politica, che anche oggi stanno onorando la nostra democrazia esprimendo la loro opinione con il voto”.

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