Referendum Costituzionale

Referendum, Serracchiani infiamma il voto "Salvini non è un italiano"

È scontro sul voto all'estero. Salvini accusa il governo: "Qualcosa non torna". E la Serracchiani lo attacca: "Chi non si fida non è italiano"

Referendum, Serracchiani infiamma il voto "Salvini non è un italiano"

Il voto degli italiani all'estero infiamma il referendum. I seggi hanno chiuso con il 40% dell'affluenza. Si tratta di un milione e 600mila italiani all'estero che potrebbero rivelarsi decisivi nel risultato del voto. Su tutte queste schede, però, pende l'ombra dei brogli. "Conto sul fatto che il voto degli italiani - tuona Matteo Salvini - superi gli eventuali Sì inventati e comprati da Renzi in giro per il mondo". Le accuse del leader della Lega Nord hanno fatto infuriare i dem. Che sono subito passati al contrattacco. "Vogliono gli osservatori dell'Onu? Noi non siamo Salvini - controbatte il presidente del Friuli-Venezia Giulia, Debora Serracchiani - noi ci fidiamo delle nostre istituzioni e chi non si fida non è italiano".

All'estero sperava di portare alle urne il 30% degli aventi diritto. È andato il 40%, ben oltre le attese di Palazzo Chigi. E, dopo che per settimane i sondaggi lo hanno datto sotto di sei punti percentuali, Matteo Renzi spera in una vittoria al fotofinish. "Io dico che è tutto nelle mani di consoli e ambasciatori alcuni dei quali hanno fatto anche comizi per il Sì, vedo che Renzi, che ha mandato anche lettere agli italiani al'estero, esulta e dice che ha un 3 per cento - commenta Salvini nel forum di Corriere Tv - allora o ha informazioni che noi non abbiamo o qualcosa non torna". Come già fatto nei giorni scorsi, il leader del Carroccio torna ad adombrare irregolarità sul voto degli italini all'estero. "Non faccio il piangina, abbiamo 48 ore per i voti degli italiani in Italia che superino abbondantemente i voti raccolti all'estero non proprio spontaneamente e liberamente", rincara preannunciando verifiche sul campo dopo lo scrutinio.

Il Comitato del No invierà 200 volontari per monitorare lo scrutinio, "sulla scorta di irregolarità che sono state segnalate e per la pressione del Governo sul voto all'estero". Altri "cento controllori" per un voto "a rischio brogli" arriveranno dal Movimento 5 stelle. "Cercheremo seggio per seggio i No che ci sono stati annunciati o vedremo se delle buste sono sparite...", annuncia Salvini. E, a chi gli domanda come si regolerebbe nel caso in cui i voti degli elettori all'estero risultassero decisivi per il Sì, fa notare che "sarebbe strano se il No vincesse in Italia e il Sì all'estero. Poi, ti puoi essere comprato anche la Lapponia - ironizza - ma non puoi fartene nulla".

Anziché smontare le accuse, il Pd attacca a testa bassa. "Noi non siamo Salvini, noi ci fidiamo delle nostre istituzioni e chi non si fida non è italiano", alza i toni la Serracchiani parlando a margine di una manifestazione del Sì in bicicletta tra i palazzi delle istituzioni a Roma. "Il parlamento ha dato il diritto di voto agli italiani all'estero - continua - bisogna rispettare il voto di tutti. Salvini divide il Paese e vuole un meridione d'Italia più povero". Per il vicesegretario del Pd, con la vittoria del Sì, gli italiani avranno "un governo più forte".

"Ne abbiamo bisogno perché l'Italia sia più forte in Europa - conclude - non il No faremo un salto nel buio".

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