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Le Regioni contro i navigator I militanti 5s sono già furiosi

Le offerte di impiego a distanza crescente scatenano la base: una presa in giro. Critici anche gli addetti ai lavori

Le Regioni contro i navigator I militanti 5s sono già furiosi

Roma - See you later, navigator. Nel giorno delle celebrazioni pentastellate per il varo del reddito di cittadinanza, il presidente uscente dell'Angenzia nazionale delle politiche attive per il lavoro (Anpal), Maurizio Del Conte, tira un bel siluro ai «navigator», ossia i 10mila tutor da assumere e che dovrebbero seguire passo passo i percettori del reddito, aiutandoli a trovare lavoro - grazie alle famose «tre offerte» - per «emanciparsi» dalla misura varata dal governo.

I navigator sono figure essenziali per l'assistenza ai beneficiari dell'aiuto economico fortissimamente voluto dai grillini, ma al di là delle promesse di Di Maio («Li assumeremo subito e poi li stabilizzeremo con un contratto che riguarda la collaborazione con l'Anpal»), proprio chi ha guidato l'Agenzia fino a oggi, Del Conte, parlando con l'Adnkronos si mostra scettico: il sistema, così com'è, per lui non può funzionare né accogliere i «navigator». «Se si raddoppia il personale in strutture che sono già insufficienti per quelli che già ci sono fisicamente, i navigator non c'entrano». La questione non è solo logistica, continua il presidente uscente, perché i tutor dovrebbero «poi avere strumenti adeguati, e devono essere effettivamente essere messi in condizione di condividere le informazioni». Tutta roba, sospira Del Conte, che fa apparire con chiarezza la necessità di «un grande piano di ristrutturazione complessiva dei centri per l'impiego», in accordo con le Regioni, e che «richiede tempo». Che non si possa fare di corsa, spiega ancora Del Conte, sono stati gli stessi esperti invitati a Roma da Di Maio a dirlo: «Il dicastero ha invitato i responsabili dell'agenzia nazionale del lavoro tedesca a Roma non più di un mese fa, e sono venuti a spiegarci come hanno impiegato quattro anni a realizzare la parte infrastrutturale del loro sistema. Pensare di farlo noi in tre mesi mi sembra impossibile». Tra le tante difficoltà, secondo Del Conte la principale è l'esigenza di «condividere con le Regioni come i navigator di Anpal servizi si dovranno relazionare con gli operatori dei centri per l'impiego, visto che dovranno lavorare sostanzialmente sullo stesso pubblico, sugli stessi utenti e facendo cose molto simili». Si aggiunge poi la spada di Damocle del ricorso annunciato dal Governatore toscano Enrico Rossi, che non trova sensato assumere «a chiamata» pur di far prima delle elezioni europee e sta dunque pensando di bussare alle porte della Corte costituzionale.

«Ottimista», invece, ed è ovvio, l'«italo-pugliese» (il copyright è di Di Maio) Mimmo Parisi, sociologo e ideatore dei navigator in arrivo dal Mississipi per guidare l'Anpal. «Sono molto ottimista, riusciremo ad assumere entro maggio i 6mila navigator», ha spiegato il successore di Del Conte in audizione in commissione Lavoro a Montecitorio, illustrando il «modello Mississipi» e il «percorso di autosufficienza» a cui tende il reddito di cittadinanza.

Ma proprio le misure «antidivanisti» spaccano il movimento, sollevando perplessità in parte della base, che non gradisce l'associazione fatta dai vertici pentastellati tra disoccupati e nullafacenti. Nel mirino il meccanismo delle offerte di lavoro a geografia variabile: la prima entro i 100 km, la seconda entro i 250, la terza da tutta Italia, per spingere ad accettare la prima, dicono i pentastellati sui social.

Scatenando l'ira della base, che ironizza su una misura di aiuto economico che finirebbe spesa per raggiungere il posto di lavoro, rendendo la misura-bandiera per il Movimento né più né meno - parola di molti simpatizzanti - che una «presa per il culo».

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