Coronavirus

Le regole dei vaccini. Anche sugli avanzi priorità agli anziani e ok ai "domiciliati". Si parte in farmacia

Le regole dei vaccini. Anche sugli avanzi priorità agli anziani e ok ai "domiciliati". Si parte in farmacia

Rispettare le priorità di vaccinazione per anziani e fragili anche per le dosi «avanzate». Inserire nelle prenotazioni anche i domiciliati, ovvero chi lavora nella Regione e non soltanto i residenti. Ampliare al massimo i centri di somministrazione come è stato fatto coinvolgendo le farmacie e anche i «vaccinatori», arruolando oltre gli odontoiatri anche biologi, ostetriche e tecnici di laboratorio. Semplificare, velocizzare, imporre regole e procedure identiche in tutta la penisola.

Il commissario per l'emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo, e il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio fanno il punto sulla campagna vaccinale nel corso dell'audizione presso le Commissioni congiunte Sanità del Senato e Affari Sociali della Camera.

Figliuolo sottolinea che il ritardo sulla consegna delle dosi è stato in parte recuperato, anche se di fatto abbiamo ricevuto un milione di dosi in meno rispetto a quelle previste. «Abbiamo recuperato: nel trimestre si aspettavano 15,6 milioni e noi chiudiamo a 14,2. Le somministrazioni hanno raggiunto quasi 9,6 milioni di dosi e si è registrato un notevole incremento per i più vulnerabili: oggi sono 3,7 milioni le dosi loro somministrate».

Per Figliuolo finalmente la campagna vaccinale sta ingranando «le forniture complessive di vaccini nel solo mese di marzo ammontano a oltre 7,6 milioni di dosi e solo questa settimana ne stanno arrivando circa 3 milioni, prima un milione di Pfizer e ora oltre 500mila di Moderna e oltre 1,3 milioni di AstraZeneca, su un totale di 14,2 mln realizzato nel primo trimestre». In aprile le forniture dovrebbero garantire 8 milioni di dosi, 400mila di Johnson & Johnson.

Curcio ribadisce l'obiettivo: mezzo milione di somministrazioni al giorno. Per ottenerlo dice «stiamo stressando le amministrazioni: arriveremo al target quando ci sarà un afflusso massiccio di vaccini».

Sulle dosi avanzate la posizione è chiarissima: vanno rispettati i criteri di priorità. «Il tema dell'utilizzo a fine giornata deve essere affrontato e bisogna dare un minimo di regolarità su questo argomento - avverte Curcio - Ne parlerò con il commissario perché sono convinto che un ragionamento con le Regioni per arrivare a dei protocolli di intesa che consentano di indirizzare ciò che avanza, non al 20enne ma a qualcuno che sia presente nella categoria prioritaria. Deve essere possibile fare liste molto strutturate e numericamente elevate».

Curcio prosegue spiegando che il «tour» Regione per Regione che oggi approda in Lombardia ha una finalità di ricognizione e supporto. E dove vengono evidenziate le criticità si procederà con interventi chirurgici e non strutturali, ma proprio per la Lombardia Curcio ha parole di elogio. «I numeri della Lombardia in quanto tale, sono numeri ragguardevoli, è la Regione che ha vaccinato di più a livello nazionale», dice il capo della Protezione Civile.

Sono ancora troppe le differenze territoriali con una media nazionale di somministrazioni intorno all'86 per cento che però, specifica Curcio, mostra «ampie differenze territoriali dovute non necessariamente a inefficienza ma magari alla scelta di concentrarsi sulla vaccinazione di determinate categorie». Dunque il ruolo del commissario e della Protezione civile è quello di spingere per incrementare le somministrazioni quotidiane in modo che siano il più possibile omogenee sul territorio con team di pronto intervento nel caso una regione «dovesse implementare i suoi punti vaccinali con altri in più come palazzetti e teatri». A quel punto interviene la struttura commissariale per fornire personale e strumentazione se necessario.

Ieri è anche arrivato il via libera alle vaccinazioni per le persone domiciliate ma non residenti nella Regione. Un problema posto nei giorni scorsi da milioni di persone che lavorano in un territorio ma sono residenti in un altro e dunque rischiavano di restare fuori dalle liste. Problema risolto con un'ordinanza del commissario Figliuolo. Potranno essere vaccinate anche quelle persone residenti sul territorio per motivi di lavoro, di assistenza familiare o per qualunque altro giustificato e provato motivo che imponga una presenza continuativa in quella Regione.

E da ieri si vaccina anche in farmacia. La prima a partire è stata la Liguria con 52 punti di somministrazione. Grazie all'accordo quadro siglato con il governo da metà aprile quasi tutte le regioni italiane coinvolgeranno i farmacisti nella campagna. Non sarà necessaria la presenza di un medico. Saranno i farmacisti ad inoculare l'antidoto dopo un corso di formazione.

Probabile l'impiego del monodose Johnson & Johnson.

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