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Renzi gela Calenda per le parole sul Cavaliere. "Ha fatto un errore politico e anche umano"

La "gelosia" del leader di Azione per il rapporto di Matteo con l'ex premier

Renzi gela Calenda per le parole sul Cavaliere. "Ha fatto un errore politico e anche umano"

A un passo dalla rottura che affonderebbe il neonato Terzo Polo, Matteo Renzi frena i suoi, che sono su tutte le furie per le «continue provocazioni» di Carlo Calenda: «Non siamo usciti dal Pd per farci insultare da lui e da Richetti», dicono. «Non dobbiamo rispondere alle polemiche, fate come me: siate Zen», ammonisce l'ex premier.

Ma nel vertice convocato ieri sera da Calenda, e riaggiornato a tarda sera ad oggi, il clima è da resa dei conti. «La pazienza è finita», tuona il leader di Azione, che detta condizioni difficilmente accettabili dai renziani: «Ci ha intimato di non fare mai più la Leopolda», denunciano da Italia viva, spiegando che «Carlo vuole rompere dando la colpa a noi». Mentre Calenda parla di «un nulla di fatto», per colpa di Renzi che «ribadisce che Iv continuerà a fare politica autonomamente anche nel 2024: inaccettabile». E accusa: «Se vogliamo concludere questa operazione smettetela di fare giochini, fate pace col cervello: nel gruppo dirigente del Terzo Polo non può stare chi ha conflitti di interessi». Un attacco diretto all'ex premier e alle sue attività sia editoriali che di conferenziere internazionale. Poi l'affondo: «Renzi, che non è venuto, si assumerà la responsabilità di fronte agli elettori di avere detto una cosa e averne fatta nei fatti un'altra: io così non vado avanti».

L'aria, racconta chi ha partecipato alla riunione, è da «gioco del cerino»: nessuno vuole assumersi la responsabilità della rottura, ma la tensione reciproca è ormai alle stelle. Tanto più che, mentre Calenda riunisce il summit, Renzi annuncia la scelta del direttore responsabile del «suo» Riformista: è Andrea Ruggieri, giornalista ed ex parlamentare di Forza Italia, «fiero liberale e Berlusconi Boy», come lui stesso si definisce, e che promette: «La mia presenza esclude che il Riformista possa mai essere lo house organ del Terzo Polo». Ossia quello che, secondo la versione renziana, Calenda avrebbe chiesto quando Renzi gli ha annunciato la sua avventura editoriale. «È una risposta a Carlo, che gli ha contestato l'impegno con il giornale, e anche un'apertura al mondo berlusconiano», spiegano da Iv. Solo poche ore prima Renzi, in riunione con i suioi, aveva ammonito: «Dobbiamo tutti capire che Forza Italia è Berlusconi: le parole di Calenda dopo la malattia e il ricovero del Cavaliere non sono state solo un errore politico, ma anche umano». Tradotto: evitiamo «l'assedio» alla classe dirigente berlusconiana, nella speranza di attirare pezzi di elettorato verso il Terzo Polo: «Calenda è geloso del rapporto di Matteo col mondo azzurro», assicurano i renziani.

Sia Italia viva che Azione sanno che se si arrivasse a una rottura conclamata tutti resterebbero sotto le macerie: senza gruppi parlamentari unitari, entrambi i partiti finirebbero nel Misto, senza fondi né strumenti politici. E tra un anno ci sono le Europee, con il quorum del 4 per cento che nessuno dei due partiti è in grado di raggiungere da solo. Ma la tensione resta altissima: «Renzi si rifiuta di prendere l'impegno di sciogliere Italia viva quando nascerà il nuovo partito e sta bloccando ogni passo avanti sulla strada del partito unico», accusa Calenda.

I renziani, dal canto loro, spiegano che Calenda «pretende di essere incoronato leader del futuro partito unico, ma senza passare per un congresso vero».

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