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Renzi ha già rottamato i quarantenni

Il debutto con metà squadra formata da donne e con il 20% di under 40. Oggi il tasso rosa è al 25% e quello di giovani al 6%

Renzi ha già rottamato i quarantenni

Roma - Due parti di toscanità, una di decisionismo, un pizzico di ottimismo antigufiano, una spruzzata di scoutismo e soprattutto tanta tanta rottamazione. La ricetta renziana della prima ora è tutta qui. La vera sorpresa è che a vacillare è proprio l'ingrediente principale, quello più tipico. In fondo Matteo Renzi finora ha un solo motivo sicuro per passare alla storia, la data di nascita. Mai prima un under 40 aveva occupato la poltrona più importante di Palazzo Chigi. Lui, già presidente di Provincia più giovane d'Italia, ci era arrivato a 29 anni e, cogliendo con astuzia uno dei riflessi del vento anti casta, aveva reso identitario quel dato, intestandosi il movimento dei rottamatori. Non a caso, nel discorso pronunciato dopo la vittoria nelle primarie del Pd, aveva esaltato i trenta-quarantenni con un appello all'americana: «Ora tocca a noi».

Sarà che il potere logora chi non ce l'ha, ma anche chi ce l'ha un po' di maalox lo deve mandar giù. O forse che la crescente instabilità della maggioranza ha costretto il conducator di Rignano: sta di fatto che la spinta rottamatrice sembra essersi sgonfiata strada facendo. Secondo la radiografia dell'associazione Openpolis, che ha analizzato i due anni dell'esecutivo Renzi, il numero degli under 40 nel governo in percentuale è crollato verticalmente. Nel momento di maggior impatto mediatico, la nomina dei ministri, il premier aveva presentato un elenco perfetto per far scrivere fiumi di carta stampata: per la prima volta il 50 per cento di donne, tondo tondo. E addirittura un under 40 su cinque. Mica poco nel Paese per vecchi della politica. Da Maria Elena Boschi, classe '81, a Marianna Madia, appena un anno in più sulle spalle, da Luca Lotti, nato nell'82, al ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina, allora trentaseienne. Un dream team della generazione Y, quella di Youtube e dei social network, che infatti sono strumenti prediletti dal premier.

Ma già con la nomina dei sottosegretari il dato di novità si è pesantemente annacquato. Solo nove donne su 45, sommate alle otto ministre, avevano fatto crollare la «quota rosa» dal 50 a poco più del 26 per cento. Una bella differenza rispetto ai titoli entusiastici che avevano infiammato i campioni del politicamente corretto. La nomina di Federica Mogherini ad Alto commissario per la politica estera dell'Uea, sostituita da Gentiloni, uomo e sessantenne al posto della 43enne traslocata a Bruxelles, aveva confermato un cambio di trend, ma almeno consacrato da un incarico di spicco per la fuoriuscita. Nelle successive metamorfosi del governo però di rottamazione se n'è vista poca. Prima il brusco allontanamento di un paio di donne, Francesca Barracciu e Maria Carmela Lanzetta, poi il rimpasto, in maggioranza maschile e senza nessun under 40, con il tasso rosa che scende ancora, al 25%, e quello di giovani che resta inchiodato al 6 per cento.E a proposito di rottamazione, l'analisi di Openpolis ha anche evidenziato che dei circa 200 nomi che si sono alternati a comporre gli ultimi quattro governi, un buon trenta per cento ricorre in più di un esecutivo. E il governo attuale ospita tutti e sette i recordman di incarichi: Angelino Alfano, Claudio De Vincenti e Luigi Casero presenti in 3 governi sugli ultimi 4, Graziano Delrio, Mario Giro, Simona Vicari e Antonio Gentile, in 2 su 4. Sarà che nel frattempo Renzi ha compiuto 40 anni?

Twitter: giuseppemarino_

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