Renzi infierisce su Marino "Roma non funzionava"

Il sindaco accusa il premier. Renzi: "Nessuna congiura contro Ignazio". Ma l'ex primo cittadino replica al veleno

Renzi infierisce su Marino "Roma non funzionava"

"Occorre tornare ad avere quella fiducia neipropri mezzi che a Roma c’è sempre stata. Dire ’sono cittadino romano primaera un vanto, ora è diventato quasi un motivo di preoccupazione: gli scandali, le polemiche. Sono convinto che con il lavoro
del prefetto Tronca etutti coloro che gli daranno una mano, il prefetto Gabrielli e icollaboratori che saranno scelti, noi saremo in condizione di restituire airomani fiducia ed entusiasmo". Così il premier Matteo Renzi al Tg1 commenta la caduta di Ignazio Marino da sindaco di Roma.

"Nella Capitale, ventisei consiglieri comunali pur dimettere la parola fine a questo balletto indecoroso, si sono addiritturadimessi loro, hanno rinunciato alla poltrona con un grande gesto di stile", ha affermato il premier. Poi risponde a Marino che lo aveva accusato di essere il mandante della sua fine politica risponde così: "Ma quale mandante, ma quale congiura? Una città funziona se il sindaco riesce a far girare gli autobus, a mettere a posto il verde pubblico, a sistemare qualche strada e qualche buca, non è questione di grandi dibattiti filosofici, o funziona o non funziona. Se una città nonfunziona, evidentemente bisogna prenderne atto. È accaduto questo a Roma". E a Renzi risponde ancora Marino: "Con le sue dichiarazioni di oggi al tg1 e al tg2 il presidente del Consiglio conferma di avere un’idea sommaria e insufficiente della situazione di Roma". E agginge: "l capo del governo sorprendentemente ignora l’azione che insieme alla giunta, al governo nazionale e alla maggioranza in consiglio comunale abbiamo portato avanti per salvare il Comune che nel 2013 aveva 816 milioni di Euro di disavanzo e l’Atac con i suoi 874 milioni di Euro di debiti dal fallimento - scrive l’ex primo cittadino -. Ignora i tanti interventi di cambiamento radicale dal nuovo ciclo dei rifiuti che ha sottratto la gestione a un monopolista privato che agiva indisturbato dal 1963, lo stop al consumo dell’agro romano per nuovo cemento, il rinnovo dei vertici delle aziende municipalizzate non sulla base delle tessere di
partito ma sulle competenze dei candidati. Ignora anche la dismissione di oltre 20 aziende non strumentali per i servizi ai cittadini ma utilizzate per poltronifici consociativi. Ignora lo stop a parentopoli, agli amici degli amici e la presenza della Mafia prima della discontinuità portata dalla nostra Giunta. Il presidente del Consiglio ignora molte altre cose.

Dispiace apprendere che Matteo Renzi non conosca il proficuo lavoro condotto con Palazzo Chigi per un piano di rientro pubblicato in Gazzetta Ufficiale e che per la prima volta non crea nuovi debiti per Roma e ha riportato la legalità contabile nella Capitale".

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