Renzi non scopre le carte tra astensione "tattica" e l'ipotesi della sfiducia

L'ex premier cerca di sminuire la sconfitta alla Camera: "La maggioranza è risicata"

Renzi non scopre le carte tra astensione "tattica" e l'ipotesi della sfiducia

Matteo Renzi non scopre le carte. E in vista del passaggio decisivo in Senato tiene sul tavolo due opzioni: astensione o no al voto di fiducia sulle comunicazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il premier, dopo l'apertura della crisi di governo, supera indenne lo scoglio alla Camera dei Deputati, incassando la fiducia. Nella riunione con i parlamentari, il leader di Iv chiede di mantenere toni bassi. Renzi ordina ai suoi di non cadere nelle provocazioni. E soprattutto di non replicare agli attacchi di Conte e del M5s. Lo fa lui da Tg2 Post: «321 voti alla Camera sono 5 voti in più del quorum, è una maggioranza risicata». E poi sgancia la bomba sul Recovery: «Ho impressione che Ue boccerà piano italiano». La partita non è ancora persa. Anche se il pallottoliere è dalla parte della maggioranza Pd-Cinque stelle.

Ecco allora che a Palazzo Madama potrebbero arrivare sorprese dalle truppe renziane. Per ora Iv contiene la fuga: alla Camera sono tre deputati (Michela Rostan, Vito De Filippo, Cosimo Ferri) non seguono l'indicazione di voto. Nella riunione e nella chat Iv, Renzi ribadisce la linea: «Astensione». Posizione confermata ieri nel voto a Montecitorio. Ma c'è sul tavolo anche un'altra mossa: il no alla fiducia. I senatori renziani potrebbero spaccarsi proprio tra il no alla fiducia e astensione. Ma potrebbe essere una strategia studiata a tavolino per mettere ko Conte. Si tengono d'occhio possibili passaggi di senatori dai Cinque stelle alla Lega. Ipotesi che trapela dalle parole della senatrice Gelsomina Vono: «Mi astengo come il gruppo, non posso votare e non voglio votare sì. Se esiste anche la possibilità che votiamo contro? Può darsi, è tutto nelle possibilità». Donatella Conzatti, un'altra senatrice di Italia Viva finita tra gli incerti, svela all'Adnkronos: «Da tutte le parti arrivano telefonate. Ma a tutti rispondo la stessa cosa. Che noi domani ci asterremo e ribadiremo la disponibilità a ragionare per un accordo di legislatura. Siamo tutti compatti».

Oggi in Senato la posizione di Italia Viva sarà affidata alle parole di Renzi e dell'ormai ex ministro dell'Agricoltura Teresa Bellanova. A Montecitorio è toccato ad Ettore Rosato e Ivan Scalfarotto. Renzi proverà a incalzare Conte sul concetto di europeismo. Ieri il senatore di Rignano ha rilanciato su social un collage che ritrae Conte con Trump e Putin.. Maria Elena Boschi parla al Tg4: «Abbiamo scelto, anche con qualche sacrificio di qualcuno, di non chiudere sulla possibilità di lavorare nell'interesse del Paese. Abbiamo rinunciato ai posti che avevamo nel governo per non rinunciare alle nostre idee. C'è stata una chiusura del presidente Conte». L'ex sottosegretario Scalfarotto lascia aperta la porta: «Se c'è da creare un governo migliore e non abbiamo nessuna pregiudiziale sui nomi, figuriamoci se mettiamo un veto su di lei che ha governato con la Lega poco prima di questo governo. Ma chiediamo di muoversi, di darci risposte, una visione e una strategia. Se questo c'è noi ci siamo. Se ci sarà la possibilità di dare un governo vero a questo Paese, Iv non mancherà». E poi ritorna sullo strappo: «Dare le dimissioni dal governo è una decisione che si prende con grande sofferenza»In linea l'intervento di Rosato che tende la mano al premier: «Se vuole ha una maggioranza numerica e politica per andare avanti». Rosato chiarisce che Iv ha optato per una «rottura responsabile.

Siete qui senza avere l'assillo di trovare una maggioranza relativa, abbiamo garantito la nostra astensione, abbiamo garantito il voto al decreto ristori, voteremo lo scostamento di bilancio e il decreto sul Covid e sosterremo tutte le misure che aiuteranno il paese nella lotta al Covid e nelle politiche europee». Parole che possono essere parte di una strategia. Oggi Renzi scoprirà le carte.

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