Renzi scaricato da disoccupati e Sud

Sono i ceti sociali più deboli a nutrire meno fiducia nell'esecutivo. Critico un elettore Pd su tre

Renzi scaricato da disoccupati e Sud

La maggioranza della popolazione appare tuttora insoddisfatta dell'operato del governo guidato da Matteo Renzi. È quanto emerge da un ampio sondaggio realizzato in questi giorni, che conferma peraltro i risultati di molte altre ricerche condotte nelle scorse settimane. Ed è un dato che riprova lo stato di estesa insoddisfazione verso l'azione politica (e la politica in generale) che da tempo si va ampliando nel Paese.

Esso sembra contraddire il clima di diffuso ottimismo suggerito dalle recenti analisi pubblicate dall'Istat, che evidenziano come si sia accresciuto negli ultimi mesi l'indice del «clima di fiducia» della popolazione. Ma si tratta di un contrasto apparente: ciò che cresce, infatti, è la generica aspettativa verso lo sviluppo del Paese nel suo insieme. Se si passa però ad esaminare il clima di fiducia per la propria situazione personale (anch'essi divulgati dall'Istat, ma molto meno ripresi dai media), si trova un forte divario in negativo rispetto all'atteggiamento verso il paese nel suo complesso e una tendenza sostanzialmente piatta, con forti preoccupazioni, specie per il posto di lavoro. Insomma, gli italiani appaiono tutt'ora impensieriti per la situazione personale e della propria famiglia. Senza che vi sia la tanto auspicata crescita dei consumi interni, che registra, anzi, un calo rispetto all'anno scorso (vedi rapporto Nielsen di novembre). Tutto ciò si riflette negli atteggiamenti verso la politica.

Alla sfiducia generalizzata nei confronti di quest'ultima, si aggiunge, come si è detto, la disaffezione, registrabile nei confronti dell'esecutivo: il 54% della popolazione esprime un giudizio negativo, a fronte del 39% che invece manifesta approvazione per l'operato del governo. Ma ciò che più colpisce e che è più significativo è che i ceti sociali che assumono un atteggiamento maggiormente critico verso l'esecutivo sono i più deboli e marginali, vale a dire, proprio quelli che più sembrano soffrire il perdurare della crisi economica. Non a caso, la sfiducia nel governo è maggiore tra i più anziani (58%), tra chi ha un basso titolo di studio (70% di disapprovazione nei confronti dell'esecutivo). Con una accentuazione tra chi risiede al Sud (62%). Non sorprende dunque che le categorie più critiche siano costituite da casalinghe (61%), disoccupati (60%) e pensionati (57%).

La posizione di questi ultimi si comprende anche alla luce dei dati appena diffusi da Inps, che mostrano la grande prevalenza delle pensioni di entità molto bassa e il conseguente stato di estremo disagio di questa categoria. Insomma, la gran parte degli italiani vive ancora con grande difficoltà l'attuale situazione socio-politica ed è , anche per questo motivo, critica verso il governo. Cui manca specialmente la fiducia dei ceti più deboli e disagiati che, nelle intenzioni dell'esecutivo, dovrebbe difendere prioritariamente.Anche questo spiega il fatto che lo scontento verso il governo si trovi relativamente diffuso anche all'interno dell'elettorato del Pd, che pure esprime l'esecutivo. Tra i votanti del maggiore partito del centrosinistra, più di un terzo, il 34%, dà oggi un giudizio negativo sul governo, a fronte di non più del 62% che esprime una valutazione positiva. Il che evidenzia i forti contrasti presenti all'interno del Pd, che si rilevano peraltro nel dibattito politico di questi giorni, anche in vista delle prossime elezioni amministrative. Va detto però che le contraddizioni e i dissensi si rilevano, sia pure in misura differente, anche negli elettorati delle altre maggiori forze politiche. Se è vero, ad esempio, che la gran parte dei votanti per Forza Italia manifesta ostilità verso il governo, è vero anche che il 19% di questi ultimi ne sembra approvare l'operato. E che il 30% di chi è intenzionato a votare il Movimento 5 stelle esprime, ciò nonostante, una valutazione positiva nei confronti dell'esecutivo.

Insomma, il complesso degli orientamenti politici appare in parte confuso. L'insieme di questi fenomeni continua, forse inevitabilmente, a dare spazio al voto di protesta, tanto che il Movimento 5 Stelle risulta in forte crescita nei sondaggi (che pure sono da prendere con grande cautela) e appare comunque lontano dal dissolvimento che qualche analista aveva previsto dopo l'exploit delle ultime elezioni politiche. Ma non a caso, nelle stesse analisi sulle intenzioni di voto si rileva sempre un ampio numero di indecisi e di tentati dall'astensione.

Anche tra costoro, tuttavia, prevale nettamente (55%) e molto significativamente il giudizio critico sull'operato del governo. Gli italiani esprimono dunque ancora un forte disagio per la loro situazione personale e familiare. E una, in parte conseguente, diffusa critica verso l'esecutivo.

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