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Renzi nega l'attacco all'Italia: "Solo manovre sulle banche..."

La miopia del premier: "Chiunque verrà ora in Italia, farà ottimo affare". Ma non vede che manine forti stanno preparando la strada per comprarsi a prezzi di saldo i crediti in sofferenza

Renzi nega l'attacco all'Italia: "Solo manovre sulle banche..."

"Il sistema è solido". Matteo Renzi non fa che ripeterlo. Eppure, nell'intervista rilasciata al Sole 24Ore oggi, ammette finalmente che il sistema Italia è sotto attacco. "C'è una manovra su alcune banche... - afferma - gli eventi di queste ore agevoleranno fusioni, aggregazioni, acquisti. È il mercato, bellezza". La tesi, portata avanti dal premier per nascondere la debolezza del governo che guida, contraddice l'allarme lanciato dal presidente dell'Abi, Antonio Patuelli, che proprio ieri non ha escluso che dietro all'ondata di vendite sui bancari ci sia prima qualcuno che specula al ribasso e poi "qualcun altro, che sembra superficialmente disgiunto sui mercati internazionale", che, "quando poi i prezzi sono infimu, arrivi a inghiottirsi il boccone preparato".

Dietro ai rovesci delle banche ci sono mani forti (e straniere). Scommettono sui crolli per poter poi comprare a prezzi di saldo i crediti in sofferenza. Come spiega oggi Rodolfo Parietti sul Giornale, in ambienti finanziari circola una ipotesi inquietante, "quella secondo la quale alcuni 'pesi massimi' avrebbero operato allo scoperto (cioè scommettendo sul ribasso) sui titoli bancari, mettendo così assieme un ricco tesoretto pronto per essere impegnato". L'obiettivo di questi squali è di preparare il momento in cui andranno a bussare alla porta delle banche, con l'intento di mettere le mani sulle sofferenze, ovviamente a prezzi di saldo, viste le perdite patite dagli istituti. Ma per Renzi tutto questo è fantascienza. "La tensione sul fronte bancario ci vede attenti e preoccupati - dice - ma può essere persino una buona occasione per il sistema del credito italiano, a condizione che si agisca presto e bene".

"Il Monte dei Paschi oggi è a prezzi incredibili", continua Renzi convinto che "la soluzione migliore sarà quella che il mercato deciderà". E, rivolgendosi direttamente agli investitori e ai risparmiatori, si mette a piazzare i gioielli del nostro Paese. "Gli analisti - aggiunge - sanno perfettamente che investire in Italia oggi è una ghiotta opportunità". Il rischio - ma su questo il premier tace - è che si ripeta quanto successo già l'anno scorso quando gli istituti hanno ceduto 12 miliardi dei codiddetti non performing loan con uno sconto dell'82% sul valore nominale.

A Palazzo Chigi, però, sono tutti concentrati sui continui attacchi subiti da Bruxelles. Colpi durissimi che minano la già esile credibilità del premier fiorentino nel mondo. E così, mentre il sistema Italia affonda a Piazza Affari, Renzi gioca a braccio di ferro con il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker. Un gioco al massacro in cui il vincitore è già scritto. "La flessibilità europea non è una concessione - ci tiene a puntualizzare - è una regola dell'Unione europea, un preciso impegno di Juncker e dei suoi. Io non ho cambiato idea. Credo neanche lui". Sulla legge di Stabilità sottolinea che non c'è rischio di correzione in primavera: "Stiamo parlando di qualche decimale di differenza, per una volta non ho sentito una critica". Poi il solito slogan: "L'Italia c'è, riparte. Con buona pace di chi scommetteva sul suo fallimento".

Ma l'Italia che vede Renzi non è l'Italia che ogni giorno devono subire gli italiani.

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