"Renzi sta annaspando" Via al percorso comune Berlusconi vede Salvini

Ieri sera il leader della Lega ospite del presidente di Forza Italia. Si definisce la roadmap per siglare l'alleanza contro la sinistra

"Renzi sta annaspando" Via al percorso comune Berlusconi vede Salvini

I nsieme. Come ai vecchi tempi. Certo, Salvini non è Bossi con cui Berlusconi ha un rapporto di amicizia quasi fraterna; ma i due sono pronti a siglare il patto. Stare insieme per battere la sinistra e tornare a governare il Paese. C'è intesa tra i due anche se Berlusconi e Salvini pigiano su tasti un po' differenti. Il primo ripete: «Uniti si vince. Le elezioni amministrative non sono andate male e dove il centrodestra s'è presentato compatto ce l'abbiamo fatta. Torniamo tutti assieme». Il secondo, invece, ribadisce: «Sì, a patto che Forza Italia sia all'opposizione. Realmente». Ecco il timore principale di Salvini: che Berlusconi permetta ad alcuni tronconi azzurri di sfilarsi dal gruppo in Senato e garantire una stampella a Renzi. Pensano a Verdini e ai suoi, sia Salvini sia Berlusconi. E il Cavaliere corre a rassicurare l'alleato che no, il Nazareno non tornerà; è morto e sepolto e non verrà resuscitato. A prescindere dalla durezza dell'opposizione in Parlamento, i due sono in sintonia anche sulle previsioni di vita di questo governo: Renzi, bene o male, andrà avanti fino al 2018 o giù di lì. Ergo, il tempo per rimettere insieme i cocci del centrodestra c'è eccome; ma il cantiere è aperto e l'obiettivo è comune. Certo, come dice il leader della Lega prima di varcare il cancello di Arcore, «vedremo se con Berlusconi si potrà fare un percorso comune insieme, se c'è lo spazio bene, se no amici come prima. E mi sembra che il governo Renzi stia cominciando ad annaspare, numeri alla mano».

Ora si tratta di lavorare e mettere giù un programma comune e soprattutto scritto nero su bianco. Molti i punti d'intesa tra i due: dall'economia, con l'introduzione della flat tax; alla spesa pubblica, con tagli draconiani al costo improduttivo dello Stato; dall'immigrazione, con una politica della «voce grossa» in Europa; alla politica estera, con la critica feroce alle eurosanzioni imposte a Mosca che stanno soltanto penalizzando le nostre imprese. Oltre ai toni e all'estetica le voci divergono sull'ipotesi di uscire dall'euro: Salvini molto più radicale e spregiudicato, il Cavaliere ben più cauto. Ma, come dice anche Brunetta, «certo, i due sono diversi. Lo dice la loro biografia, il modo di accostarsi alla sostanza dei problemi e della crisi è espressione di temperamenti e di culture differenti, ma che insieme sono una forza della natura, li fa essere “contenitori”, se si preferisce un termine della cultura classica, “anfore” in cui sono versati gravi bisogni e fortissimi desideri». E ancora: «Forza Italia e Lega sono da ventuno anni alleate in alternativa alla sinistra».

Il cammino sarà comune: questo è deciso. Quello che non può essere ancora deciso, invece, riguarda il nodo della leadership. Chi guiderà il gruppone? Per questioni anagrafiche e per ambizioni personali Salvini un pensierino lo fa eccome. Berlusconi ha le sue riserve. E, strettamente legato al tema della guida del futuro rassemblement , c'è pure la questione Milano. Salvini sindaco? Al leader della Lega non dispiacerebbe affatto a patto che, forte del vento in poppa che spinge le vele del Carroccio, possa essere sempre un leghista il candidato premier di tutti i moderati. Salvini ha anche in testa un nome: quel Luca Zaia che ha fatto l' en plein in Veneto. Troppo presto, adesso, per trovare la quadra anche sul candidato premier ma i temi del braccio di ferro già stanno emergendo.

Sull'anti Renzi è Berlusconi che fa intravvedere i suoi di paletti: vorrebbe che non fosse un politico ma che provenisse dalla società civile.

Soprattutto capace di rappresentare tutti i moderati («che rimangono maggioranza nel Paese») composti sia dagli amanti delle ruspe salviniane sia dalla buona borghesia in giacca e cravatta. L'identikit? Non c'è ancora ma su una cosa i due convergono: emergerà e soprattutto saranno i cittadini a scegliere. Poi, spazio alle battute sul Milan di cui Salvini è tifosissimo.

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