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Renzi va in crisi d'astinenza e si aggrappa a Twitter

Gentiloni gli «scippa» il palco dell'inaugurazione della Salerno-Reggio Calabria. E lui anticipa tutti sui social

Renzi va in crisi d'astinenza e si aggrappa a Twitter

Matteo Renzi soffre la panchina. L'ex premier non accetta il ruolo di riserva nella politica italiana: un posto che lo costringe a stare fermo nella villetta di Pontassieve, lontano dalla veemenza mediatica che ha segnato i mille giorni di governo. Ora, il titolare è Paolo Gentiloni: l'ex ministro degli Esteri che l'ha sostituito a Palazzo Chigi, dopo lo schiaffo al referendum del 4 dicembre. L'esordio ufficiale sul campo della politica italiana (dopo il passaggio formale del voto di fiducia in Parlamento) del nuovo capo del governo è avvenuto ieri, in occasione della cerimonia di chiusura dell'ultimo cantiere della Salerno-Reggio Calabria. A Villa San Giovanni, davanti ai flash dei fotografi c'erano il presidente del Consiglio Gentiloni e il ministro dell'Infrastrutture, Graziano Delrio, il meno renziano del giglio magico. Il premier ha provato a dare un ruolo a Renzi. «Dobbiamo fare un ringraziamento, non solo al ministro Delrio, ma anche a Renzi che in questi due anni ha insistito e martellato perché si riuscisse ad arrivare a una giornata come quella di oggi», ha detto Gentiloni. Un po' come si fa con le vecchie glorie del calcio che si sentono ancora titolari nonostante il fiato corto. Parole che non sono bastate a restituire il sorriso all'ex sindaco di Firenze che ha deciso di interrompere il silenzio che si era imposto dopo le dimissioni da capo del governo. Renzi ha anticipato tutti e ha provato a soffiare il posto da titolare a quel Paolo Gentiloni che lui stesso ha spedito a Palazzo Chigi per la guida dell'esecutivo. Il segretario del Pd non è sceso direttamente in campo, partecipando alla cerimonia ufficiale, ma ha affidato ai social la propria incontrollabile voglia di essere della partita. Prima, in un tweet, ha ringraziato i lavoratori che hanno «compiuto un'impresa» e sbeffeggiato la stampa estera. Poi, in un post su Facebook ha aggiunto Anas e ministero alla lista dei grazie e rispolverato gli slogan dell'era renziana: «Sono felice soprattutto perché ridere con gli italiani è bellissimo. Ma ridere degli italiani, no. Un abbraccio affettuoso a chi ha riso di noi: domani non avranno motivo per farlo. E ricordiamoci che l'Italia ha mille difetti. Ma è comunque il Paese più bello del mondo».

La sofferenza, like e retweet (in calo) a parte, resta: la vita della riserva è dura. Renzi farà di tutto per ritornare titolare, tentando, magari, di oscurare ancora Gentiloni. La seconda partita si gioca il 29 dicembre: il premier ha convocato la conferenza stampa di fine anno per illustrare l'attività di un governo che guida dal 12 dicembre. Renzi dalla sua studia le strategie per essere presente, per non lasciare le pagine dei giornali al suo successore.

Ecco, allora, che l'ex sindaco di Firenze ha in mente una contromossa: rispolverare l'Enews, l'ultima è datata 7 dicembre 2016 (tre giorni dopo la scoppola al referendum) per raccontare gli ultimi dodici mesi a Palazzo Chigi. L'obiettivo è di non lasciare troppo spazio a Gentiloni. Anche a costo di condividere le colpe di un'azione di governo fallimentare.

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