Politica

Renzi da ventriloquo della Merkel a portavoce di Obama

Inizia la seconda settimana post attentati di Parigi e una schiarita ancora non si vede all'orizzonte

Renzi da ventriloquo della Merkel a portavoce di Obama

Inizia la seconda settimana post attentati di Parigi e una schiarita ancora non si vede all'orizzonte. Anzi, la paura ci spinge ad arretrare ancora un po': saltano partite di calcio, concerti, i grandi magazzini sono meno affollati e nella capitale d'Europa, Bruxelles, scuole e negozi restano chiusi per guerra. Il bollettino delle rese si aggiorna di ora in ora, ma quello che colpisce di più è lo stato di smarrimento assoluto di chi ci governa. Renzi ha un problema personale di inadeguatezza: un conto è giocare con i numeri del Pil, altro è sedersi a un tavolo dove si discute con le grandi potenze di possibile Terza guerra mondiale. Il salto è troppo grande anche per il fenomeno toscano e lo si percepisce. Da ventriloquo della Merkel sui temi economici è passato a fare il portavoce di Obama su quelli di politica internazionale. Dà l'impressione di attendere ordini, rinunciando alla minima autonomia di giudizio e iniziativa. Invoca «nervi saldi», come se qualcuno avesse minacciato di fare il matto.Poi c'è il problema della sinistra, che ancora una volta deve prendere atto di aver sbagliato analisi, ricette e nemici. Hanno passato anni a demonizzare la Le Pen e si ritrovano che a chiudere le frontiere, a sospendere alcune libertà, a riempire le strade di soldati in armi e a far partire i caccia contro la minaccia islamica è il compagno Hollande. Ma è dura ammettere di non aver capito una mazza di quello che stava succedendo, di aver fatto passare per razzisti chi si sgolava per legalità e controlli, per pazza una veggente della storia come Oriana Fallaci. Succederà che un giorno il Pd, come è avvenuto su temi economici per le tasse sulla casa, per il contante e altro ancora, voterà il giro di vite sulla sicurezza senza il minimo di autocritica e di scuse. Lo faranno con la faccia di tolla di sempre, diranno che è cosa loro. Ma noi sappiamo che così non è, che sui temi economici, di politica estera e di tutela del Paese, è il centrodestra a indicare la rotta. Loro restano specialisti negli intrighi di palazzo, negli accordi sottobanco per governare col ricatto. Poi arriva il giorno della grande paura e allora liberali e conservatori tornano buoni: «Stiamo tutti uniti», invoca Matteo Renzi per paura di rimanere da solo con i suoi ad affrontare la situazione.

Il che equivarrebbe a mettere a rischio il Paese più di quanto già lo sia ora.

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