Renziani a testa bassa: nel Pd è guerra aperta

Dopo il duello sulla sfiducia a Salvini, ora scoppia il caso Anzaldi. L'ira di Zingaretti

Renziani a testa bassa: nel Pd è guerra aperta

Salta la tregua nel Pd tra renziani e zingarettiani. È stata una settimana di strappi, attacchi e veleni tra le due anime dem. Settimana che si chiude con lo scontro social tra il segretario Nicola Zingaretti (nella foto) e il deputato renziano Michele Anzaldi. È il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri a far litigare i due esponenti del Pd. Tutto parte da un battibecco tra Anzaldi e Gasparri. Il parlamentare renziano attacca su twitter, chiamando in causa il capo del Pd: «Gasparri dice che qualcuno deve tapparmi la bocca e il direttore del Tg2 Sangiuliano mette un like al suo tweet. Spero che il segretario Zingaretti possa dire presto una parola su questa vergogna altrimenti ci sarebbe davvero da pensare seriamente di restituire la tessera». La solidarietà del leader del Pd arriva. Ma anche la frecciatina: «Non ho mai conosciuto o parlato con l'onorevole del mio partito Michele Anzaldi, mi fa piacere che oggi si ricordi che sono il suo segretario».

E sempre Zingaretti sembra quasi prendere in giro il collega Anzaldi quando si vanta di aver retwittato un suo post su Gianluigi Paragone. Basta poco, dunque, per incendiare gli animi del Pd. Segno che tra renziani e zingarettiani non è mai sbocciato l'amore. Al netto dello scontro tra Anzaldi e Zingaretti, i fronti di guerra aperti tra le due correnti dem sono tanti.

Il primo, chiuso però dal segretario, si è aperto sulla richiesta della renziana Maria Elena Boschi di una mozione di sfiducia contro il ministro dell'Interno Matteo Salvini sul russiagate. Proposta bocciata dal segretario Zingaretti. Perché - a parere dalla nuova maggioranza del Pd - avrebbe finito per compattare Lega e Cinque stelle. E sulla mozione di sfiducia a Salvini ieri è intervenuto l'ex segretario Matteo Renzi che in un'intervista al Corriere del Sera dice: «Aver perso l'attimo per formalizzare la sfiducia a me è sembrato stravagante». E poi un invito a Zingaretti: «Non mi occupo più del Pd. E suggerisco al segretario di occuparsi dell'altro Matteo, non di me. Non ho conti da regolare sul passato». Zingaretti non replica e punta contro Salvini e Di Maio: «Mollate le poltrone. Governo a casa e la parola agli Italiani». Mentre la Boschi resta sul pezzo (caso Russia), sfidando il ministro dell'Interno a un confronto pubblico: «Salvini sembra ossessionato da me. Quando ha finito di fare le bizze, lo sfido a un confronto televisivo. Scelga in quale trasmissione confrontarsi civilmente, senza comizi. Il capitano coraggioso avrà il coraggio di confrontarsi? O continuerà a insultare a distanza?» scrive in un tweet la deputata Pd.

Un altro fronte caldo arriva dalla Sicilia: la commissione nazionale di garanzia dem ha annullato l'elezione per vizi di forma del segretario regionale Davide Faraone.

Un blitz per far fuori un uomo di Renzi. La minoranza renziana ha chiesto di mettere il caso Faraone all'ordine del giorno della prossima direzione di venerdì. Direzione che già si preannuncia all'insegna della resa dei conti.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica