Retromarcia Bannon, scuse a Trump

L'ex consigliere e il giornalista Wolff avevano definito il presidente «idiota instabile»

Retromarcia Bannon, scuse a Trump

New York - La polemica non si ferma. Mentre circola la notizia che il procuratore Mueller vuol indagare anche sua figlia Ivanka per il Russiagate, Trump non perde tempo e ha attaccato ieri con due tweet spassosi e velenosi il giornalista Michael Wolff («è un fallito»), autore del best seller «Fire and Fury», che dipinge il presidente come un «idiota» e «una persona instabile mentalmente». «Il libro è totalmente falso», ha twittato The Donald, il giornalista è «un autore screditato che sa scrivere solo libri noiosi pieni di notizie inventate».

Ma i suoi Twitter non fanno altro che aiutare le vendite di «Fire and Fury» (sarà il libro più venduto di sempre negli Stati Uniti e forse nel mondo), introvabile nelle librerie americane, mentre su Amazon bisogna aspettare fino a quattro settimane per riceverne una copia a casa.

The Donald è furioso che il giornalista Wolff e alcuni suoi ex consiglieri alla Casa Bianca (come Steve Bannon) lo descrivano come «non idoneo» e addirittura «con problemi mentali e di carattere». «Da uomo d'affari di successo sono diventato un facoltoso miliardario e quindi presidente degli Stati Uniti al mio primo tentativo. Io penso che la mia lunga carriera mi qualifichi come intelligente, anzi un genio e un genio molto stabile prima di tutto», aveva già twittato Trump dalla residenza presidenziale di Camp David dove ha trascorso il week-end con l'entourage del partito repubblicano.

Quindi in diretta tivù, contornato dai leader del suo partito come lo speaker Paul Ryan e il presidente del Senato, Mitch McConnally, ha attaccato con ironia il traditore Bannon, affibbiandogli il nomignolo «Sloppy Steve». Vale a dire che Bannon è una persona sciatta: «Steve ha una personalità sciatta, è un brodoso, mi definiva un grande leader fino a pochi giorni fa», ha spiegato Trump con un sorriso sardonico e la sua solita smorfia ai microfoni dei network americani.

E pronta è arrivata la marcia indietro di «Steve il brodoso», che in uno «sciatto» comunicato (come ha impietosamente commentato il New York Post) si è detto pentito per aver offeso il presidente e di aver chiamato il figlio Donald Jr un «anti patriottico», «un traditore che sarà schiacciato come un uovo dal Procuratore speciale Mueller» per i meeting alla Trump Tower che ha organizzato con alcuni emissari (forse spie) russi.

Non solo i liberal e radical-chic gongolano per quanto si può leggere in «Fire and Fury», ora anche i jihadisti dell'Isis e di Al Qaida hanno diffuso dei comunicati online dove forniscono i links per scaricare gratuitamente l'intero libro di

Michael Wolff, che si accinge a diventare forse il giornalista più ricco d'America per le decine e decine di milioni di copie che venderà in tutto il mondo (al momento risulta che «Fire and Fury» sarà tradotto in 46 lingue).

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