Rette alte, poca frequenza poi diplomi facili per tutti. Gli ispettori dal ministero

La maggioranza degli istituti al Sud. E il costo del "pezzo di carta" va dai 2.500 e ai 5mila euro

Rette alte, poca frequenza poi diplomi facili per tutti. Gli ispettori dal ministero
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L'inchiesta di Tuttoscuola sul «boom dei diplomi facili», cioè sulle truffe che si organizzano per ottenere il diploma senza aprire libro e senza seguire tre quarti delle lezioni, ha fatto saltare dalla sedia il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Che farà partire da domani un'indagine ispettiva sui «diplomifici» per approfondire quante distorsioni siano truffe o anche vere e proprie associazioni a delinquere.

Ma non basta punire, bisogna soprattutto arginare quest'annoso fenomeno. E infatti il ministro «punta molto sull'aumento del numero degli ispettori per garantire la regolarità del sistema scolastico». Sarà infatti bandito a breve un concorso per il reclutamento di 146 ispettori che porterà a saturare l'organico attuale (190 posti). A oggi infatti sono solo 40 gli ispettori che dovrebbero controllare e vigilare su 7000 scuole statali e circa 10mila scuole paritarie. Un lavoro impossibile da affrontare in modo sistematico, tanto che spesso i tecnici intervengono solo dietro segnalazione. Poi c'è da correggere i meccanismi. «Verranno valutati alcuni correttivi aggiunge il ministero - che diano più strumenti in sede ispettiva per verificare la sussistenza dei requisiti per la parità. Si sta anche lavorando per inserire nella legge di Bilancio risorse idonee per incrementare ulteriormente l'organico dei dirigenti».

Tutte belle intenzioni ma, in attesa di un giro di vite, l'offerta truffaldina va a gonfie vele perché le richieste sono molte. Un alto dirigente del ministero commenta a microfoni spenti: «Quando si pensa che in Italia il diploma superiore si può comprare siamo già su una cattiva strada. E questo è fenomeno ricorrente. Noi chiudiamo le scuole fantasma, denunciamo tutti e poi gli stessi gestori chiedono l'autorizzazione in un altro posto un nuovo istituto con un nome diverso».

Questo mercato dei titoli di studio posticci che vantano un giro d'affari di almeno 50 milioni di euro l'anno, si può contrastare solo con una vigilanza non sporadica ma continuativa e imprevedibile negli istituto sospetti. Già nel 2014 in un'inchiesta sui diplomi facili nel Cilento, era emerso che calciatori, attrici, ma anche semplici operai versavano dai 2.500 e i 5.000 euro, si riusciva ad ottenere senza alcun problema un diploma. A Potenza furono indagate 222 persone che hanno fatto fare esami ai ragazzi persino il 29 febbraio, in un anno non bisestile. «Gli alunni, non più in età scolastica - si legge negli atti dell'inchiesta - provenivano da diverse regioni d'Italia. La loro presenza alle lezioni era solo di tipo formale». Gli studenti, insomma, non frequentavano i corsi, ma risultavano presenti sui registri.

Passano gli anni e la mala-scuola resta. I meccanismi sono quelli già collaudati. L'anno scorso oltre 30mila studenti si sono spostati dalla scuola statale alla paritaria nel passaggio dalla quarta alla quinta delle superiori, ma circa un terzo si sono rivolti a 92 istituti paritari (su 1.423), che hanno avuto, come ogni anno, un'esplosione di iscritti: 82 sono in Campania, 6 nel Lazio e 4 in Sicilia. Gli studenti scelgono quegli istituti provengono da tutta Italia, alimentando un vero e proprio «turismo da diploma» che nell'ultimo anno è cresciuto del 166%. Alla fine di quest'anno, almeno 10mila neodiplomati della maturità 2023, azzarda Tuttoscuola, hanno acquisito un titolo (che ha valore legale) con modalità «sospette».

Le scuole paritarie compiacenti sono

principalmente al Centro-Sud. Proprio, guarda caso, dove anche le scuole statali sono di maglia larga nel concedere le lodi a fine percorso scolastico. In vetta alla classifica dei buonisti, Puglia, Campania, Umbria, Molise e Sicilia.

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