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Un ribaltone a 5 Stelle: Bugani si fa da parte e ritorna Di Battista

L'emiliano non è più socio di Rousseau. Di Maio: "Sbaglia chi pensa che io mi stanchi..."

Un ribaltone a 5 Stelle: Bugani si fa da parte e ritorna Di Battista

Per altri due mesi si andrà avanti così. Riposizionamenti, alleanze e cordate in vista degli Stati Generali del M5s, che si terranno dal 13 al 15 marzo a Roma o a Torino. Da qualche giorno il centro di gravità permanente attorno a cui ruotano le polemiche sul futuro del Movimento si è spostato dai Palazzi della Capitale a Milano, sede dell'Associazione Rousseau. Fiore all'occhiello delle attività di Davide Casaleggio, «cervello» e «sistema operativo» dei Cinque Stelle. E ieri sono arrivate due notizie, interpretate così in ambienti grillini: «Di Maio e Casaleggio si sono ripresi Di Battista e hanno perso Bugani». Il consigliere comunale bolognese Max Bugani dopo aver lasciato mesi fa lo staff del capo politico, ora è uscito dal gotha dell'Associazione Rousseau. E Di Battista è stato nominato nella squadra di Rousseau tra i referenti del Portale Eventi del M5S. L'addio di Bugani è stato spiegato a margine di un post sul Blog delle Stelle: «Massimo Bugani rimane referente della funzione Sharing e fondamentale componente della squadra Rousseau, ma non più socio, per dedicarsi alla sfida importante che oggi lo vede impegnato in Campidoglio». Bugani ora è al fianco del sindaco Virginia Raggi al Comune di Roma nelle vesti di capo staff.

Sulle dimissioni di Bugani pesano ancora una volta le frizioni con il capo politico. Nonostante l'abbandono dello staff di Di Maio, il rapporto tra i due sembrava recuperato, almeno fino alla decisione, avallata con un voto su Rousseau, di correre da soli in Emilia - Romagna. L'ormai ex socio di Rousseau voleva desistere dal partecipare alle elezioni regionali del prossimo 26 gennaio. Di Maio ha fatto decidere gli iscritti, sapendo come sarebbe andata a finire. Anche il sindaco di Roma da mesi non ha rapporti idilliaci con il ministro degli Esteri. E Raggi e Bugani potrebbero saldarsi con l'asse Grillo - Conte - Fico. Sulle questioni interne al M5s ieri è intervenuto Di Maio durante un'intervista a Cartabianca su Rai3: «Chi pensa che io mi stanchi del Movimento ha sbagliato. Sono stanco che qualcuno che sta nelle retrovie venga al fronte per darmi una pugnalata». Mentre si susseguono le voci su nuovi addii in Parlamento (due deputati e un senatore sono pronti a uscire) il capo politico ha rilanciato: «Quando qualcuno non è d'accordo ha tutto il diritto di andarsene, ma potrebbe dimettersi e farsi rieleggere». Poi altri commenti. Su Fioramonti: «Il primo caso di dimissioni non volute presentate dallo stesso». E sul Pd e la collocazione politica dei grillini: «Stiamo scrivendo una legge elettorale che non prevede coalizioni, il M5s rappresenta l'alternativa alla destra e alla sinistra».

Sullo sfondo c'è la mediazione in corso sul futuro dell'Associazione Rousseau, in cui ieri è entrato Alessandro Di Battista. Di Maio e i suoi ambasciatori stanno tentando di convincere Casaleggio a «inglobare» la piattaforma all'interno del M5s, mantenendo per Davide il ruolo di responsabile del sito. Il guru e il capo politico si sono sentiti, ma il primo non ha nessuna intenzione di figurare nel nuovo organigramma del M5s. E Di Battista? Secondo molti la nomina in Rousseau sarebbe l'antipasto di un futuro ruolo di peso nel partito. L'ex deputato è il personaggio perfetto per serrare le fila della «corrente» Di Maio - Casaleggio. Si guarda bene dal criticare il capo politico e gode di una corsia preferenziale con Milano.

«La vera notizia è che Alessandro ha cominciato a giocarsi le sue fiches in vista degli Stati Generali», dice un parlamentare del M5s.

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