Niente a che vedere con l'estate del 2007, ci mancherebbe. Dieci anni fa, infatti, quello di Silvio Berlusconi fu un lungo «carotaggio» per cercare di capire come rilanciare e superare Forza Italia, con le vacanze sarde a Porto Rotondo tutte dedicate a sondare le eventuali soluzioni, a partire dai Circoli della libertà di Michela Vittoria Brambilla. Un'estate durante la quale i big di Forza Italia furono costretti a massicce dosi di Lexotan pur di sfuggire all'horror vacui davanti ad un Cavaliere deciso ad azzerare tutto. Di lì a pochi mesi, il 18 novembre, Berlusconi si sarebbe infatti presentato in piazza San Babila a Milano per salire sul predellino dell'auto, mettere nel cassetto Forza Italia e lanciare il Popolo della libertà.
Sono passati due lustri e, oggi come allora, l'ex premier è ancora una volta alla ricerca della ricetta giusta per presentarsi alle elezioni del 2018 con l'assetto migliore possibile. Certo, la differenza tra il 2007 e oggi è che al momento continua a non esserci alcuna certezza sulla legge elettorale con la quale si andrà alle urne in primavera. E questo è un dettaglio che può ribaltare da un momento all'altro qualunque schema, perché una cosa è correre in solitaria in uno scenario tutto proporzionale e ben altra è essere costretti ad un'unica lista che tiene dentro insieme a Forza Italia sia il mondo centrista che la destra sovranista di Lega e Fdi.
In questo scenario incerto, in attesa di capire se a settembre magari anche grazie alla moral suasion del Quirinale si riaprirà il confronto sulla legge elettorale, Berlusconi si è comunque convinto che l'elettorato su cui far presa è quello che in questi anni ha finito per spostarsi verso i Cinque stelle e, in parte, sulla Lega. I toni è il senso dei ragionamenti dell'ex premier non possono essere ovviamente quelli ed è necessario indignarsi in modo propositivo, fornendo quindi anche delle risposte. Tra queste il leader di Forza Italia individua soprattutto il reddito di dignità e la flat tax, che negli ultimi mesi sono diventati due suoi cavalli di battaglia.
Come nel 2007 con i Circoli, insomma, Berlusconi è alla ricerca di un ricetta che sia «civica» più che politica. E va in questa direzione il Movimento animalista lanciato qualche mese fa proprio dalla Brambilla. Il leader azzurro, però, sta ragionando anche su un'altra lista, destinata a viaggiare insieme a Forza Italia e su cui potrebbe convogliare buona parte delle sue energie. Alcuni nomi li ha già fatti testare e pare che quello che ha raccolto il maggior gradimento sia «Italiani indignati». Tanto funzionerebbe che ormai da giorni Berlusconi teorizza che il brand andrebbe testato già alle regionali di Sicilia che si terranno il 5 novembre. D'altra parte, sono attesi alle urne cinque milioni di elettori, un discreto termometro in vista delle politiche che si terranno di lì a pochi mesi. Se l'ex premier riuscirà a superare le resistenze di alcuni big locali, la lista in questione sarà ovviamente «declinata» in ottica regionale. E quindi non «Italiani indignati», ma «Siciliani indignati».
Con buona pace dei tanti che dentro Forza Italia sono già entrati in agitazione, preoccupati dal fatto che il successo di una lista simile possa tra gli altri rosicchiare voti proprio agli azzurri. Il che, evidentemente, porterebbe ad una riduzione dei seggi a disposizione di Forza Italia.
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