Il ricorso degli espulsi farà saltare M5s

Un giudice dovrà anche far luce sulla natura giuridica e sulla organizzazione tutt'altro che trasparente di un Movimento che proprio della trasparenza ha fatto il suo cavallo di battaglia

Il ricorso degli espulsi farà saltare M5s

Il cammino per il candidato sindaco pentastellato nella Capitale sembra tutto in discesa. La Raggi, scelta da Casaleggio e confermata dal voto online (quando mai quel voto non ha confermato decisioni già prese da Casaleggio?), piace a tutti, e grazie ai collegamenti internazionali della Casaleggio & Associati piace anche alla finanza globale. Al ballottaggio con Giachetti il gioco è fatto. Solo un centrodestra unito avrebbe potuto competere e forse anche vincere, in Liguria il centrodestra unito è stato in grado di sconfiggere proprio il M5s, che sembrava avesse la vittoria assicurata proprio come oggi a Roma, ma le cose nella Capitale stanno andando per ora diversamente. Tuttavia un piccolo sassolino nell'ingranaggio perfettamente lubrificato potrà forse metterlo l'impugnazione della espulsione di tre attivisti romani, espulsi in occasione delle «comunarie», impugnazione che si discuterà oggi davanti al Tribunale di Roma. Potrebbe essere solo l'inizio. Sembra infatti che un gruppo più consistente di attivisti napoletani (37) intenda nei prossimi giorni muoversi in modo analogo. È la prima volta che questo succede. La matassa che il giudice dovrà dipanare non è facile. Ma ci sono alcuni elementi su cui vale la pena riflettere. Per altri elementi rinvio al mio libro Cinquestelle & Associati, di imminente pubblicazione presso Kaos di Milano, un libro che contiene alcuni documenti inediti di sicuro interesse. Le espulsioni che saranno discusse in Tribunale oggi in tarda mattinata (ma anche quelle di tutti gli altri che non hanno fatto ricorso) sono state disposte in violazione di quanto dispone l'art. 24 del Codice civile, il quale riserva all'assemblea degli associati il potere di escludere gli iscritti, soltanto laddove sussistano «gravi motivi». La circostanza che la procedura di espulsione ricalchi quanto previsto dal Regolamento pubblicato sul blog beppegrillo.it il 23.12.2014 è del tutto irrilevante sotto diversi profili, ma in primo luogo in quanto il patto associativo degli iscritti è regolato dal Non Statuto, e questo non può essere modificato che con l'accordo degli associati. Il Regolamento, non essendo stato elaborato e deliberato nelle forme di legge, dovrebbe pertanto essere considerato giuridicamente inesistente o quanto meno nullo, con conseguenze che potrebbero andare molto al di là del caso concreto. Ora è ovvio che se questo Regolamento fosse dichiarato dal Tribunale inesistente o nullo, ciò avrebbe conseguenze dirompenti.In secondo luogo i ricorrenti avranno buon gioco a mostrare che la carica di «capo politico del Movimento» cui fa riferimento il Regolamento in questione nell'indicare l'organo dotato dei poteri di espulsione, non è prevista dal Non Statuto, così come non son previste le modalità della sua elezione e non risulta comunque sia mai stata effettuata una votazione per la nomina del «capo politico del Movimento». E ancora: i provvedimenti di espulsione sono stati comunicati «in nome e per conto di Beppe Grillo», da un'entità, «lo staff di Beppe Grillo», che non solo non è contemplata dal Non Statuto, ma che è di impossibile configurazione giuridica. Degno di rilievo è il «consiglio direttivo» a cui si fa riferimento non è in alcun modo previsto dal Non Statuto dell'Associazione MoVimento 5 Stelle, ma dallo Statuto della diversa Associazione, costituita da Beppe Grillo con atto notarile, il 14.12.2012, denominata «Movimento 5 Stelle» (con la v minuscola) e composta da sole quattro persone Da notare, questa nuova Associazione si è costituita 8 giorni dopo che la vecchia associazione aveva espresso i suoi candidati al parlamento in vista delle elezioni del 2013. Insomma, come dimostro nel mio libro, esistono due diversi Movimenti e ora un giudice, dovendo chiarire da quale dei due i tre attivisti, come molti altri, sono stati espulsi, dovrà anche far luce sulla natura giuridica e sulla organizzazione tutt'altro che trasparente di un Movimento che proprio della trasparenza ha fatto il suo cavallo di battaglia.

I ricorrenti, oltre a chiedere l'annullamento delle espulsioni, chiedono al Tribunale di ordinare in via cautelare e d'urgenza il rinnovo delle primarie in modo che queste si svolgano anche con la partecipazione dei tre esclusi, al fine preservare i principi di legalità e democrazia garantiti dalla nostra costituzione.

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