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Ricoveri e numero minimo di tamponi. Ecco come cambieranno i parametri

Da settimana prossima le novità allo studio del Cts: incidenza più alta per evitare le zone gialle, ospedalizzazioni e test garantiti dalle Regioni

Ricoveri e numero minimo di tamponi. Ecco come cambieranno i parametri

Più attenzione alle ospedalizzazioni, meno peso al numero dei contagi ma obbligo per le regioni di effettuare un numero minimo di tamponi giornaliero rapportato alla popolazione. Tutto questo per tenere sotto controllo la variante Delta e per scongiurare lo spettro delle zone gialle proprio a ridosso dell'esodo estivo per milioni di famiglie italiane.

Era nell'aria il cambiamento e settimana prossima ci sarà l'annuncio di un cambio di passo dei parametri che decidono in automatico il passaggio di colore delle regioni. Nulla è ancora certo, ma la nuova modulazione sta prendendo corpo nelle stanze del ministero della Salute e dell'Istituto superiore di Sanità, dove si susseguono riunioni in cui circolano tabelle e proiezioni di quanti ricoveri e morti potrebbe causare un'impennata di contagi provocati dalla variante Delta e dagli assembramenti estivi. Il governo deve trovare la giusta quadra tra la prevedibile impennata dei contagi dovuti alla variante Delta e la necessità di non tornare indietro con le limitazioni proprio in estate. In tutto questo, pesa la variabile vaccinale che ormai coinvolge la maggioranza della popolazione (il 47% ha ricevuto anche la seconda dose) e che ha praticamente sbloccato l'emergenza ospedaliera. Qualcosa di fronte a questo scenario deve cambiare. L'ipotesi più verosimile è quello di attribuire un nuovo peso ai criteri fino ad ora adottati: l'incidenza dei contagi sulla popolazione rimarrà ma sarà innalzata e crescerà invece il peso dell'impatto sugli ospedali, ormai svuotati in tutte le regioni, sia per i ricoveri che per le terapie intensive. In questo modo sarà scongiurato il passaggio in zona gialla quando le infezioni ripartiranno. Per rinforzare il sistema di sorveglianza, però, si aggiungerà anche l'obbligo da parte delle regioni di effettuare un numero minimo di tamponi giornaliero per controllare il trend dei contagi che va monitorato costantemente e con molta attenzione.

La variante Delta, infatti, ha stravolto un'estate che si annunciava serena. E i contagi sono in progressivo aumento anche se ricoveri e decessi continuano a diminuire. Gli esperti ipotizzano fino a 10 mila casi al giorno entro agosto e in questo caso è prevedibile una maggior pressione sugli ospedali visto che ci sono ancora diversi milioni di under 60 che non si sono vaccinati. La variante Delta ormai preoccupa. E il nostro parametro di riferimento rimane l'Inghilterra dove la copertura vaccinale è più ampia (ma con la prima dose). Lì, nonostante tutto, i contagi hanno raggiunto quota 48.553 (contro i 42.302 di ieri) e 63 decessi (contro i 49 di ieri). La situazione italiana, per ora, è di gran lunga più tranquilla e il governo dovrà tenere conto delle istanze delle regioni che chiedono a gran voce di dare rilevanza, più che al dato sulla positività, a quello legato alla pressione sulle strutture ospedaliere. Del resto, nella Marche, una regione che rischia di diventare gialla sulla carta, i ricoverati sono 11. In Campania, invece, su 3160 posti in degenza Covid disponibili, ne sono occupati 192.

Ovvio, dunque, che tutti i governatori invochino un cambiamento.

Ultimo, ieri, il presidente della regione Emilia Romagna: Stefano Bonaccini: «Abbiamo chiesto al governo di valutare diversamente la lettura dei parametri visto che ora ci sono i vaccini che non esistevano qualche mese fa spiega bisognerebbe utilizzare soprattutto la percentuale dei ricoveri piuttosto che il numero dei contagi in sé o l'Rt con zero». Poi aggiunge: «Siamo in uno scenario completamente diverso rispetto a quando si è iniziato a vaccinare e bisogna fare le cose con il dovuto equilibrio».

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