Cronaca giudiziaria

Rifiuta la difesa, minacciato il legale d'ufficio. "Vuoi morire?"

Protetto, scortato, guardato a vista. Si è alzata una rete di protezione intorno all'avvocato Calogero Montante

Rifiuta la difesa, minacciato il legale d'ufficio. "Vuoi morire?"

Protetto, scortato, guardato a vista. Si è alzata una rete di protezione intorno all'avvocato Calogero Montante, che nei giorni scorsi aveva cercato di rimettere il mandato di difensore d'ufficio del boss Matteo Messina Denaro nel processo per le stragi di Capaci e via D'Amelio in corso davanti alla corte d'Assise d'Appello di Caltanissetta.

Il legale anche ieri ha chiesto di poter rinunciare ad assistere il capomafia dopo aver ricevuto minacce. «Non vuoi difendere Messina Denaro? Vuoi morire?» gli aveva detto una voce anonima nel corso di una telefonata minatoria trasferita nello studio di Canicattì di Montante e già denunciata presso la questura di Agrigento.

Per i giudici anche questa non sarebbe valida però a far scattare i motivi di incompatibilità processuale per permettere all'avvocato di abbandonare. Prima di lui si era defilata Lorenza Guttadauro, legale e nipote di Messina Denaro, che aveva cambiato idea rinunciando a difendere lo zio. A quel punto Montante aveva preso il suo posto, scelto come avvocato d'ufficio. Ma aveva spiegato che a suo avviso c'era «incompatibilità» perché in passato aveva difeso il falso pentito Scarantino nel processo Borsellino Quater e perché ricopre la carica di vice procuratore onorario alla Procura di Palermo. Il 9 marzo, al termine di una breve camera di consiglio, la Corte d'assise d'appello gli aveva dato torto, confermandolo e rinviando l'udienza al 23 marzo per le conclusioni della difesa.

«Quando la corte si riunirà nella sua composizione originaria ha detto il legale discuterà in ordine all'eccezione che ho sollevato e poi vedremo. Eventualmente chiederò un termine a difesa. Devo fare il mio dovere di avvocato e la difesa è un diritto irrinunciabile». «Credo che Messina Denaro nominerà un altro difensore di fiducia, non penso che un processo di questo genere possa andare in discussione con un difensore d'ufficio. Almeno è quello che io auspico», aveva invece dichiarato al termine dell'udienza il procuratore generale di Caltanissetta, Antonino Patti.

Ma ora le minacce a Montante potrebbero rimettere tutto in discussione.

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