Riforme, centrodestra boccia Bonafede: "Proposte irricevibili"

Le opposizioni hanno avanzato alcune proposte, ma quanto riferito loro dal Guardasigilli è stato ritenuto irricevibile "nel merito e nel metodo. Per l’ennesima volta il governo intende usare lo strumento della legge delega e successivo decreto legislativo"

Riforme, centrodestra boccia Bonafede: "Proposte irricevibili"

Resta un tema caldo quello relativo alla riforma della giustizia, e proprio in quest'ottica si è svolto oggi un incontro tra il Guardasigilli Alfonso Bonafede ed i rappresentanti del centrodestra, avvenuto anche alla presenza del ministro per i Rapporti con il parlamento Federico D'Incà. Per ora un nulla di fatto, data l'insoddisfazione delle opposizioni, che probabilmente si confronteranno nuovamente col ministro della Giustizia la settimana prossima, come anticipato da Agi.

Le proposte avanzate da Bonafede sono state ritenute"irricevibili, nel merito e nel metodo". Queste le parole che si leggono in un comunicato congiunto rilasciato dai capigruppo in Commissione giustizia del senato Alberto Balboni di Fratelli d'Italia, Simone Pillon della Lega e Giacomo Caliendo di Forza Italia al termine della riunione. "Le opposizioni", prosegue la nota, "sono state semplicemente informate ma non coinvolte e - fatto ancora più grave - per l’ennesima volta il governo intende usare lo strumento della legge delega e successivo decreto legislativo di competenza del governo. Parliamo di una proposta di riforma assolutamente insufficiente e non risolutiva", conclude il documento.

Nodo fondamentale certamente è la riforma del Csm, per la quale le opposizioni hanno effettuato tre proposte, al momento non prese in considerazione dal ministro della Giustizia. "Il presidente Conte apre alle riforme condivise? Il Guardasigilli sia conseguente ed accolga le proposte che l'opposizione gli ha sottoposto nell'incontro di oggi", riferisce in un comunicato il responsabile del dipartimento giustizia di Forza Italia Enrico Costa, anch'egli presente durante il confronto avvenuto stamani.

"Abbiamo proposto tre cose", spiega il deputato azzurro. "Legge elettorale immediata con sorteggio per i membri togati del Csm, riforma costituzionale del Csm con ribaltamento delle proporzioni tra laici e togati (laici eletti non più dal Parlamento, ma dagli avvocati e dai professori universitari in materie giuridiche), separazione delle carriere".

La maggioranza appare compatta nel voler respingere le richieste: in particolar modo proprio il Pd si oppone all'idea delle porte chiuse per i parlamentari scelti come membri laici.

"Le risposte che ci verranno date saranno la cartina di tornasole della reale volontà della maggioranza di fare riforme condivise. Infatti, quando si tratta di stabilire le regole di funzionamento di un organo a rilevanza costituzionale, che incidono sull'equilibrio tra poteri dello Stato, il protagonista deve essere il Parlamento", affonda ancora Enrico Costa. "Sono in discussione rilevantissimi principi costituzionali, e su questi non si può pensare di operare a colpi di maggioranza", conclude.

Di tono diverso l'opinione rilasciata ai microfoni di Rai News 24 dal ministro per i Rapporti con il parlamento Federico D'Incà, il quale ha riferito che Bonafede "sta avendo interlocuzioni con i

partiti della maggioranza e sta puntando ad un sistema trasparente" che "elimini il fenomeno delle correnti e permetta ai magistrati di lavorare meglio e con maggior dignità e indipendenza".

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