È da prima dell’estate che il governo cerca di lasciare il famoso cerino acceso delle riforme nelle mani di Grasso. Tocca a lui decidere sull’ammissibilità degli emendamenti e se dichiarerà di nuovo modificabile l’articolo 2, "vero cuore della riforma", manderà "all’aria l’intero testo", dicevano ministri e sottosegretari. E anche Renzi, in vari interventi pubblici, ha sempre chiamato in causa il presidente del Senato per avvertirlo della responsabilità che gravava sulle sue spalle. Ma è oggi che il premier avrebbe "superato ogni limite", secondo Sel e i 5 Stelle, "minacciando addirittura" una convocazione delle Camere nel caso in cui Pietro Grasso aprirà alla possibilità di emendare l’articolo 2 sul quale Senato e Camera si sono già
espressi. "Il presidente del Senato - dice Renzi durante la direzione del Pd - ha lasciato intendere che potrebbe aprire alla modifica di una norma già approvata con doppia conforme. Se così fosse sarebbe opportuno fare una riunione congiunta Camera-Senato, perchè si tratterebbe di un fatto inedito...".
L’ennesima "tirata per la giacca" di Grasso da parte del premier scatena la polemica politica. Interpellato lo staff di Grasso per capire quale sia stata la reazione, si apprende che la seconda carica dello Stato avrebbe "sorriso ascoltando la frase del premier nel suo studio di Palazzo Madama in attesa della smentita". «Smentita» che arriva dopo quasi un’ora. "Vendola dice che io avrei minacciato Grasso - precisa Renzi - ribadisco allora quello che ho detto: se il presidente del Senato apre in generale sulla doppia conforme, è ovvio che si dovrà fare una riunione dei gruppi Pd di Camera e Senato per ragionare su questo fatto". Quindi aggiunge quasi ironico: "Nei poteri del premier non c’è quello di convocare le Camere...".
Secondo alcuni senatori vicini a Grasso si apprende comunque come il continuo pressing su di lui da parte del governo non risulti affatto gradito anche perchè la sua "bussola" sarebbe stata sempre e solo quella del rispetto di leggi e regolamenti.
E anche sul fatto che si possa emendare una norma già posta a una doppia votazione "esistono un’infinità di precedenti", si fa notare. Pertanto, il braccio di ferro prosegue.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.