C'era una volta Tocqueville.it , l'aggregatore di blog dell'area di centrodestra: liberali, cattolici, conservatori, neoconservatori, teoconservatori, riformatori, moderati... Tocqueville nacque da una doppia scommessa: creare un luogo di dibattito per capire quali fossero le idee sulle quali articolare una proposta culturale (e quindi politica) alternativa alla sinistra; e crearlo nel cyberspazio, vista la crescente importanza della informazione in Rete. L'avventura cominciò nel giugno del 2005, ma affondava le radici nell'esperienza della rivista (cartacea) Ideazione . Il successo fu immediato: oltre mille blogger risposero all'appello. Tocqueville , nel corso degli anni, ha sempre rispecchiato e spesso anticipato i temi all'ordine del giorno, la spinta del centrodestra, e anche i suoi momenti di crisi.
C'era una volta, dunque. E c'è ancora. La notizia, infatti, è che da qualche giorno Tocqueville.it è di nuovo on line dopo alcuni mesi di stop dovuti al ripensamento della sua struttura e della sua funzione, come spiegano Andrea Mancia e Simone Bressan, (ri)fondatori del sito insieme con Cristina Missiroli. I blog hanno perduto terreno di fronte ai social network, e in generale è caduta la distinzione fra blogosfera, siti internet e webmagazine. La «nuova Tocqueville» dunque «non si limiterà ad aggregare i post dei blog iscritti, ma guarderà al mondo dell'informazione online a 360 gradi». L'obiettivo è trasformare il portale «in un luogo capace di rappresentare il meglio della discussione di centrodestra e sul centrodestra. Non solo in Italia». Qualunque contenuto sia considerato interessante, verrà segnalato e ripreso, a prescindere da chi ne sia l'autore. Il risultato, come si può facilmente verificare, è un'ampia rassegna di articoli e interventi (a stampa o apparsi in Rete) riconducibili all'area di centrodestra. Il materiale è diviso in sezioni, dalla politica alla cultura, dalla politica estera alla economia. Molta varietà, nessuno snobismo, c'è anche una sezione dedicata al «pop-con», ovvero alla rilettura in chiave «conservatrice» della cultura pop (The Wire e South Park risultano essere esempi libertari di programmi tv, articolo proveniente da Reason ).
In Rete, si muove con intraprendenza anche l'editore Rubbettino (in catalogo Mises, Hayek, Einaudi e tantissimi altri). Da poco è stato lanciato bibliotecaliberale.it . È possibile sfogliare i 300 titoli dedicati al liberalismo e fare ricerche per parole chiave. Vi sono poi blog e video. Uno strumento (intelligente) di promozione? Anche. Ma i contenuti per farne un punto di incontro ci sono: scorrete la home page e cliccate sul video di Dario Antiseri. Vi aspetta una lezione sulle ragioni dell'individualismo. Si trova fianco a fianco con una conferenza di Lorenzo Infantino sull'attualità di Friedrich Von Hayek.
L'Istituto Bruno Leoni, festeggia dieci anni di attività. Dopo le celebrazioni ufficiali, ospite il Nobel per la letteratura Mario Vargas Llosa, tra i prossimi eventi c'è la Lectio Marco Minghetti, quest'anno dedicata alla spending review (interverrà Carlo Cottarelli). A fine novembre arriva l'Indice delle liberalizzazioni curato da Carlo Stagnaro. Anche per l'IBL i media digitali sono fondamentali.
Sul fronte dei classici sono pronti sei ebook: Edmund Burke, David Hume, Vilfredo Pareto, Antonio Rosmini, Murray Rothbard e Alexis de Tocqueville.Il mondo liberale è in fermento. Centrodestra, se ci sei batti un colpo.
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