Dal 10 maggio via libera alle vaccinazioni per gli over 50. Il commissario all'emergenza, Francesco Paolo Figliuolo, aggiorna di continuo il piano vaccinale, una strategia flessibile in modo da aggirare gli ostacoli che si presentano di volta in volta: il ritardo nella consegna delle dosi, la diffidenza verso i vaccini a vettore virale, i rallentamenti dovuti alla scelta di procedere in base a categorie e non fasce d'età.
«A partire dal prossimo 10 maggio, la struttura commissariale ha disposto l'avvio delle prenotazioni per la somministrazione anche per gli over 50 del vaccino anti-Covid-19, ovvero fino ai nati nel 1971», è scritto nella nota diramata dal generale. «Questa apertura avrà carattere di gradualità ed è suffragata dal buon andamento della campagna di somministrazione su scala nazionale delle categorie prioritarie, over 80 e fragili». Dunque precisa il commissario «Le prenotazione per i cittadini over 50 verranno recepite ferma restando la priorità per le persone affette da patologie o situazioni di compromissione immunologica che possono aumentare il rischio di sviluppare forme severe di Covid19». Dunque un'altra mossa sulla scacchiera del piano vaccini nell'ottica di raggiungere e soprattutto mantenere la quota di mezzo milione di somministrazioni al giorno. Un obiettivo per il momento centrato soltanto il 29 ed il 30 aprile. Ad incidere anche i tanti rifiuti nei confronti dei vaccini Astrazeneca e Janssen.
L'andamento come al solito non è uguale in tutte le regioni. Se si vanno a vedere i dati aggiornati al 5 maggio sulle dosi utilizzate rispetto a quelle disponibili si evidenzia come ad esempio contro un utilizzo del vaccino Pfizer, che in tutte le regioni supera il 90 per cento delle dosi disponibili, l'utilizzo di Astrazeneca è fermo al 50 per cento in Sicilia. In testa per somministrazioni del vaccino di Oxford rispetto a quelle consegnate proprio la Lombardia all'80 per cento. Le cose sembrano andare peggio per J&J: Bolzano è fermo allo 0 per cento come pure il Molise.
Quella del generale Figliuolo è una corsa contro il tempo con l'obiettivo di immunizzare l'80 per cento dei cittadini entro settembre. Anche per riprendere le lezioni in presenza in tranquillità. Soltanto due giorni fa la decisione di aprire da oggi alle vaccinazioni di massa per le isole minori, somministrando la profilassi a tutti i soggetti a partire dai 18 anni. Poi la ripresa della profilassi per il personale scolastico, docenti e Ata, coperti con una dose soltanto al 75 per cento. Sono circa 400mila i soggetti rimasti fuori dalla profilassi quando il generale ha deciso di bloccare le categorie per procedere soltanto per fasce d'età. Ora che l'87 per cento dei cittadini tra 80 ed 89 anni e il 67 dei quelli fra i 70 e i 79 ha ricevuto almeno una dose possono riprendere anche le categorie.
Rispetto all' allungamento dei tempi fra la prima e seconda dose anche per i fragili viene espressa preoccupazione dalla Foce, Federazione degli oncologi, cardiologi e ematologi, dice «no» al richiamo del vaccino a 42 giorni per questi pazienti. Sotto accusa la circolare del Comitato Tecnico Scientifico che allunga l'intervallo fra le due inoculazioni contro il virus sia per Pfizer sia per Moderna.
Ma per gli esperti
«i pazienti oncologici in trattamento attivo devono essere vaccinati con la seconda inoculazione entro 21 giorni» perché i malati di cancro «non sviluppano un'adeguata risposta anticorpale dopo la prima somministrazione».
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