Milano Quasi dieci milioni di euro, di cui sette alla sola Ruby, versati da Silvio Berlusconi per comprare il silenzio dei testimoni delle «notti di Arcore»: questa è in sostanza l'accusa che la Procura di Milano porterà in aula a partire dal prossimo 11 gennaio, nel processo disposto ieri dal giudice preliminare Laura Marchiondelli, accogliendo in pieno le richieste dei pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio. A distanza di oltre sei anni dall'esplodere della vicenda, e nonostante le assoluzioni con formula piena incassate da Berlusconi in appello e in Cassazione, le diverse verità sull'andamento delle feste nella villa del Cavaliere torneranno ad essere tema di un processo.
Silvio Berlusconi l'11 gennaio non sarà sul banco degli imputati, perché la sua posizione è stata accantonata per motivi di salute. Ma la Procura intende portare a processo anche lui, e possibilmente a riunificare la sua sorte a quella dei ventidue imputati rinviati a giudizio ieri: perché per i pm è lui, il Cavaliere, il mandante e il finanziatore di una costante opera di corruzione delle testimoni, pagate per mentire in aula. Berlusconi ha sempre ammesso e quasi rivendicato i pagamenti, sostenendo che si trattava di contributi alla luce del sole, spesso con bonifico bancario, per aiutare ragazze - tra cui Kharima el Mahroug, alias Ruby, e le cosiddette Olgettine - rovinate dal coinvolgimento nell'inchiesta sul bunga bunga. Ma alcune intercettazioni, depositate di recente, raccontano di un atteggiamento arrogante e quasi ricattatorio di alcune delle ragazze, che pretendono (e a volte ottengono) nuovi pagamenti.
Non sarà un processo semplice, quello che si aprirà il prossimo 11 gennaio e che, oltre a Ruby e sedici ragazze, vedrà imputati il giornalista Carlo Rossella e la senatrice Maria Rosaria Rossi, anch'essi accusati di avere negato un cotè a luce rossa delle serate. Di certo, l'ennesimo processo che ruota intorno a Berlusconi fa irruzione sulla scena della giustizia milanese, e la occuperà a lungo: anche perché i pm Siciliano e Gaglio nel frattempo continuano a scavare quasi a tempo pieno sui rapporti tra Berlusconi e le ragazze, analizzando rogatorie, contatti, rapporti bancari, e verificando persino le modalità in cui le Olgettine hanno pagato in questi mesi le parcelle dei loro avvocati difensori.
Il sospetto dei pm è che persino gli emolumenti ai legali siano stati finanziati dalle casse di Arcore, a riprova - secondo la Procura - di accordi sottobanco che continuano ad esistere. Anche le giovani donne sono state convocate e interrogate ripetutamente, alla ricerca di un varco nel muro difensivo. E di recente una delle ragazze avrebbe iniziato a collaborare.LF
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