Guerra in Ucraina

"Dal ritorno dei gillet gialli alla fine della pace sociale": l'altro fronte della guerra in Ue

Proteste di piazza e grave crisi economica causate dalla speculazione. Così l'economista e docente Jean Paul Fitoussi immagina le conseguenze della guerra in Ucraina

"Dal ritorno dei gillet gialli alla fine della pace sociale": l'altro fronte della guerra in Ue

Jean Paul Fitoussi, economista francese, afferma che ciò che sta accadendo in Ucraina potrebbe avere conseguenze meno distruttive ma ugualmente gravi in Occidente. Le “due guerre sovrapposte”, così le apostrofa il professore.

Piazze di nuovo piene a causa dell’insofferenza dovuta dalla condizione economica di interi ceti sociali e produttivi profondamente danneggiati da cosa sta accadendo all’economia. La guerra in Ucraina determina lo choc energetico nel Vecchio Continente e le sanzioni imposte alla Russia aggravano ancor di più la situazione. Chi è che ne fa le spese, afferma Fitoussi sul Fatto Quotidiano, sono gruppi sociali sempre più vasti. “Costa di più l'energia, costeranno di più le materie prime e la lunghissima sequela di beni di consumo. L'inflazione subirà un brusco innalzamento. La quota sempre più ampia di consumatori e lavoratori che non ce la faranno diverrà predominante negli equilibri sociali”.

La conseguenza per il professore sarà la protesta popolare, in merito ricorda quanto accaduto in Francia con i gillet gialli. Ciò che farà scoppiare la “bolla della pace sociale” saranno l’aumento dei prezzi di petrolio, gas e grano ma soprattutto la speculazione che ci sarà sopra. “In parte questi disagi sono figli della considerazione di un grave effetto ottico che nasconde ai nostri occhi una povertà sempre più larga e profonda delle società occidentali. Siamo più poveri di quanto pensiamo di essere e non ci crediamo – spiega Fitoussi –, sottovalutiamo oppure non immaginiamo una proporzione matematica. Se è vero che quelli che si arricchiscono di più sono sempre di meno, dev'essere vero che quelli che ci perdono di più sono sempre di più”.

E in merito all’Europa afferma che è “meno ricca ed è attraversata da una economia esposta ai venti della speculazione”. Si tratta di una guerra che sarà uno choc, per Fitoussi, non solo economicamente ma anche socialmente e demograficamente. Le migrazioni di massa torneranno nel Vecchio Continente e “le nostre società avranno un bisogno assoluto di iniezioni di denaro pubblico”. Chiarisce poi che nulla vieta all’Unione Europea di creare un altro fondo di resilienza e ripresa. La cosa fondamentale è che i suoi soldi “li spenda nei settori giusti”.

Per questo l’economista francese consiglia: “Aumentare le risorse per il welfare. Mantenere in vita i disoccupati, alimentare la spesa pensionistica e i salari più bassi indicizzandoli all'inflazione che punterà in alto. Spendere nella cura sanitaria”. Altrimenti ci saranno troppi nuovi poveri e questo porterà a nuove contestazioni di piazza. La previsione di Fitoussi è che queste avverrano tra qualche settimana. Inoltre, in conclusione dà anche una sua interpretazione riguardo la fragilità della democrazia. “È esposta alle intemperie dei settarismi e dei nuovi fascismi e razzismi. Bisogna provare a spegnere il braciere che cova già adesso”. E per spegnerlo è necessaria “una grande politica ridistributiva”.

Si deve “spostare dai ricchi ai poveri”.

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