Ma un risultato storico alla fine c'è stato: «gauche» spazzata via

Non solo nel Nord, ma anche in Piccardia e a Reims i socialisti spariscono dai loro fortini. Per ricominciare su Facebook...

Le tracce della prima rivoluzione industriale sono scomparse da tempo. Ora a sparire sarà la gauche. Almeno dall'emiciclo di questa macro-regione nata dalla riforma di François Hollande. Non solo il Nord e Lille (feudo di Martine Aubry), ma il Pas-de-Calais include anche le campagne della Piccardia e la capitale delle bollicine, Reims, dove Marine Le Pen non vince, ma va in tv a rivendicare fiera di aver «sradicato il Ps a livello locale». «La sinistra può morire. Come qualsiasi essere vivente, non è eterna», aveva profetizzato Alain Touraine, sociologo novantenne tra i più noti di Francia e padre dell'attuale ministra della Sanità. Lo aveva detto dopo la sconfitta del Ps alle provinciali di marzo, che qui avevano già registrato il successo della destra estrema non solo nelle campagne, ma nelle città. Quelle in cui un tempo la sinistra rappresentava gli operai. La «Fédé», la Federazione socialista del Nord-Pas-de-Calais dove nessuno prima della Le Pen si era mai azzardato a mettere in discussione esistenza e operato dei dirigenti Ps. Da oggi cambia tutto. Dopo il nero delle miniere, che ormai da tempo non sporca più i visi di chi abita questa regione, un altro colore abbandona: il rosso Ps. La storia politica e sociale del Nord socialista e operaista è cambiata. Si rinnova come il Consiglio regionale. Volta pagina e suona il silenzio per la gauche. Sarà assente dai banchi dell'emiciclo fino al 2021 e c'è perfino chi, come Emmanuel Cau dei Verdi, annuncia che a 48 anni si iscriverà a Pôle emploi, l'ufficio per i disoccupati.Terza al primo turno, la gauche si è vista costretta a invitare i militanti a scegliere gollista. A Roubaix il motto socialista è stato: «Non votiamo per qualcuno, ma perché qualcuno non ce la faccia». Nelle località in cui Emile Zola ambientò il suo romanzo Germinal, affresco letterario del Nord operaio ottocentesco, ora esistono solo due volti. Front National e Repubblicani, Le Pen (seconda col 42% circa) e l'uomo che ha salvato la faccia del Fronte repubblicano vincendo: Xavier Bertrand. È vero, la crisi e la deindustrializzazione hanno facilitato parecchio la presa del discorso Bleu Marine a discapito del Ps. Come i proclami sull'immigrazione. Gli ultimi giorni di campagna, MLP ha annunciato di voler eliminare ogni tipo di finanziamento pubblico alle associazioni che si occupano di migranti; nella regione della giungla di Calais, dove vivono migliaia di persone accampate, che di tanto in tanto raggiungono la città per sbarcare il lunario. Ma non è stata neppure l'immigrazione a far perdere la gauche. «Come i socialisti hanno perso il Nord» è il titolo di un libro-inchiesta firmato da Benoît Collombat et David Servenay uscito nel 2012. C'era già tutto: l'ascesa di Le Pen e, più importante, il sistema clientelare imposto per decenni dai socialisti, andato in frantumi gradualmente ma inesorabilmente. Surclassato dal messaggio anti-casta del Front, che dal successo alle Provinciali ha tratto nuovi benefici percentuali in vista del 2017. Ieri ha vinto la destra moderata.

Un uomo rassicurante già ministro (non a caso del Lavoro) con Sarkozy all'Eliseo. Ora, però, Bertrand dovrà costruire una via d'uscita dalla crisi. Partirà, dice, dalla creazione di un «Facebook dell'impiego». Cercando di portare dalla sua i giovani che hanno votato Le Pen.Twitter @F_D_Remigis

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