Rivolta anti Germania: Cameron e Renzi alleati per non pagare la Ue

Londra deve 2,1 miliardi extra all'Europa, l'Italia 340 milioni. La Germania invece vanta crediti. Il premier britannico attacca: «Questi soldi sono un'arma letale»

Rivolta anti Germania: Cameron e Renzi alleati per non pagare la Ue

L a rivolta dei descamisados David (Cameron) e Matteo (Renzi) scuote l'Europa dei palazzi e delle calcolatrici. Entrambi senza giacca né cravatta (i soli casual ) al Consiglio europeo di Bruxelles, i leader di Gran Bretagna e Italia. Ed entrambi furibondi - pur se con diversi toni - per la fattura recapitata loro proprio durante il vertice tra i leader continentali.

Un bill di cui ha dato notizia il Financial Times : si tratta del ricalcolo dei versamenti all'Eurobilancio tra il 1995 e il 2013 in base ai nuovi criteri Eurostat che tengono conto anche dell'economia sommersa. Secondo gli eurocommercialisti l'Italia dovrebbe pagare (entro i primi di dicembre) 340 milioni di euro e la Gran Bretagna addirittura 2,1 miliardi, mentre la Grecia dovrebbe versare 89,4 milioni e i Paesi Bassi 642,7 milioni. Soldi che andrebbero a chi dai ricalcoli figurerebbe aver pagato più del dovuto: Belgio (170,5 milioni), Danimarca (321,4 milioni), Spagna (168,9 milioni), Francia (779 milioni) ma soprattutto Germania (che vanta un credito di 1,02 miliardi). Calcoli non definitivi («occorre un esame approfondito e all'Ecofin di metà novembre vedremo se sarà davvero necessario applicare il nuovo metodo», smorza Sandro Gozi, sottosegretario per gli Affari europei) ma che esacerbano la lotta di classe tra ricchi-e-cattivi e poveri-ma-belli del Vecchio Continente.

È un po' come dovere dei soldi a un miliardario: magari è anche giusto, ma certo fa un po' ridere e molto rodere. Cameron, che è pur sempre connazionale di quel Robin Hood che praticava il furto come ammortizzatore sociale rubando ai ricchi per dare ai poveri, non può prenderla bene. «La richiesta è inaccettabile», sbotta l'inquilino di Downing Street, che cerca subito il gioco di sponda con l'altro santo debitore Renzi, peraltro leader del Paese attualmente alla presidenza dell'Ue. Per conquistarsi l'appoggio del premier italiano Cameron le pensa tutte. Ricorrendo perfino all'adulazione spicciola: «Cito la reazione del premier italiano - dice il prime minister - quando queste cifre sono state presentate. Renzi ha detto che questo non è un numero ma un'arma letale. E che l'Europa è dominata dai burocrati. Ebbeme sono d'accordo con lui in ogni singola parola».

L' endorsement è talmente sfacciato da imbarazzare Renzi, che ingrana la retromarcia forse perché in questi giorni, con la legge di stabilità sottoposta al loro vaglio, non è il caso di indispettire i ragionieri di Bruxelles: «Non ho mai parlato di arma letale ma certamente di eccesso di tecnocrazia e burocrazia. Ci sono momenti in cui anche Adenauer e De Gasperi sarebbero stati euroscettici...».

Non bastasse la superbolletta arrivata da Bruxelles, a rendere più caldo il fronte antitedesco ci si è messa Angela Merkel. Che nel corso di una conferenza stampa ha fatto un inconsueto elogio di Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea. Draghi aveva appena parlato ai 28 leader europei senza far sconti: «La zona euro è in una fase critica, l'economia ha perso slancio, gli investimenti sono deboli, la fiducia è scesa, la credibilità è a rischio, l'inflazione è ai livelli più bassi mai registrati, molti degli impegni presi non sono stati seguiti da fatti», la pagella piena di insufficienze stilata da Draghi. Che ha poi dato i compiti a casa: entro dicembre si aspetta «impegni forti e credibili sulle riforme» con un «calendario della loro attuazione». Tutti a capo chino tranne la secchiona Cancelliera tedesca: «Sono molto grata a Mario Draghi per averci fatto vedere allo specchio ancora una volta. Stimo il suo lavoro.

Dobbiamo individuare quali riforme vogliamo fare, ne abbiamo discusso tante volte, ma non si è mai presa una decisione». Sono passati meno due mesi ma sembrano secoli da quando Merkel teneva il muso a Draghi perché questi non voleva sentir parlare di solo rigore.

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