Politica

Rivolta per l'asino-spazzino ucciso dalla fatica

Succede in un paese siciliano famoso per la raccolta rifiuti «verde». Animalisti inferociti

Cinzia Romani

Roma Il sole a picco le cuoceva il cervello, mentre due bare di legno sulla groppa, stracolme di rifiuti, le facevano scoppiare il cuore, avanzando in salita. C'era pure un cacciamondezze di plastica, ficcato per traverso su quel basto stracarico, a ribadire il tipo di gravame. Così «lu sceccu», come i siciliani di Castelbuono chiamano l'asino che, storicamente in quel paese, fa la raccolta differenziata per conto de «lu patruni», è stramazzato a terra. E ha detto basta alla maniera degli animali maltrattati, tirando le cuoia in un vicolo pietroso, per avere finalmente pace. Il muso mite della ciuchina di Castelbuono, crepata di stenti come un rifiuto tra i rifiuti, nel Sud di un'Italia che pare indietro nei secoli, adesso infiamma il web: è mai possibile che nel Terzo Millennio, mentre ai robot si demandano i più svariati lavori, un animale caro ai bambini e da sempre nei nostri presepi, possa finire così? «A Castelbuono questo è il modo di fare la raccolta differenziata. Sto chiedendo ai carabinieri di sequestrare subito l'asinello, vittima di evidente violenza, perché di questo si tratta. Denunceremo i responsabili e li porteremo in tribunale», dice l'animalista Enrico Rizzi, presidente nazionale del Nucleo operativo italiano tutela animali.

Il piccolo comune siciliano, in provincia di Palermo, è stato il primo, nel nostro paese, a utilizzare le «ecoasine» per la raccolta dei rifiuti: le femmine di ciuco, infatti, sono più mansuete dei maschi e arrivano dappertutto, senza saltare un turno. L'idea era venuta al sindaco Mario Cicero, che ricorda: «Ero a Belfast per un grande convegno sui parchi del mondo, tutti parlavano di ecologia e di salvare la terra. Ho pensato che anche con un piccolo esempio si poteva contribuire a migliorare l'ambiente». Ma lo zelo del sindaco che ha paragonato il costo di un auto compattatore 30mila euro al fatto che l'asino, al costo medio di mille euro, può lavorare per oltre due decenni, ha prodotto un effetto boomerang.

Ma soprattutto non ha fatto i conti con la coscienza animalista nazionale è una realtà: pur non essendo, l'Italia, un paese particolarmente noto per il suo attivismo nel campo dei diritti animali quanto, ad esempio, gli Stati Uniti o la Gran Bretagna, il rispetto per gli animali si è diffuso.

E la tradizione che vede l'asino come animale da fatica perfetto è un ricordo del passato.

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