Cronache

Robot, droni ed edifici green: ecco le forze armate del futuro

Il piano del capo di Stato Maggiore della Difesa Vecciarelli: lo spazio sarà usato come nuovo "terreno" di esercitazione

Robot, droni ed edifici green: ecco le forze armate del futuro

Come saranno le Forze armate del futuro? Il capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli, ha tracciato le linee di indirizzo per i prossimi anni in un documento intitolato «Il concetto strategico. Efficienza sistemica - rilevanza complessiva», partendo dal presupposto che gli scenari internazionali sono cambiati e che oggi è necessaria una maggiore cultura della Difesa.

È dall'analisi del contesto di sicurezza che si possono ricavare gli indirizzi generali sui modelli organizzativi e di sviluppo delle capacità necessari per il prossimo futuro, in modo da delineare un concetto rinnovato di impiego dello strumento militare.

Il mutamento degli scenari esteri, il fatto che realtà distanti e spesso ostili siano dotate di armi sofisticate, come piattaforme missilistiche, ma anche la minaccia terroristica, costituiscono un problema serio. Ecco perché anche al nostro Paese serve una maggiore tecnologia. Come scrive il generale, servirà per il futuro «un forte investimento nella digitalizzazione e dematerializzazione, nella riqualificazione del personale e nella riorganizzazione delle funzioni».

Su queste premesse, gli elementi principali di accelerazione evolutiva dell'intera organizzazione Difesa saranno l'innovazione e la digitalizzazione, che favoriranno la creazione di strutture più snelle e sinergiche, accompagnate da metodologie di lavoro a rete e capaci di erogare processi agili, concreti e ancor più orientati al conseguimento degli obiettivi, alla cosiddetta «Speed of Relevance». L'investimento nell'innovazione in ambito Difesa garantirà un risultato duplice: contribuire a rendere lo strumento militare più efficace nella tutela degli interessi nazionali e trainare lo sviluppo a vantaggio di tutto il Paese. Ecco allora che le Forze armate dovrebbero essere dotate dei nuovi domini cibernetico e spaziale e dovranno avvalersi dei ritrovati tecnologici più recenti, quali i Tactical Cloud, lo sfruttamento dell'intero spettro della Mixed Reality, la Robotica asservita da Intelligenza Artificiale, i Big Data, l'Edge-Quantum Computing e la Digital Collaboration; settori che risulteranno in assoluto gli ambiti di principale attenzione e potenziamento. Un esempio? La difesa aerea in futuro potrebbe essere affidata anche a gruppi di droni, ma si pensa già anche allo spazio come nuovo «terreno» di esercitazione.

L'Italia dovrà infatti adeguarsi ai processi evolutivi degli altri Paesi. Tecnologie e armamenti diversi e più innovativi, quindi, che possano un giorno servire alla nazione anche per eventuali interventi. Un altro aspetto citato dal generale Vecciarelli nel documento è quello della «necessità di rendere più efficiente l'architettura organizzativa delle Forze Armate, identificando ed eliminando ridondanze e duplicazioni, tagliando ciò che non produce più effetti rilevanti, creando osmosi di personale tra mondo civile e mondo militare e separando le attività operative e gestionali da quelle prettamente di policy che dovranno essere quanto più accentrate per contribuire a conseguire uno sviluppo coerente ed efficace dello strumento militare sia nel breve che nel lungo periodo». Da qui anche il taglio di strutture che andranno al mondo civile e la realizzazione di nuovi edifici più efficienti, Smart, ecologici, a risparmio energetico e funzionali per il personale. E a proposito di personale, il capo delle Forze armate parla della necessità di una ricerca oculata di soggetti da impiegare «presso gli Enti centrali, dove è viva l'urgenza di investire fortemente sulla dimensione strategica del pensiero e sulle modalità più idonee a snellire e velocizzare i processi decisionali, per consentire allo strumento militare, e conseguentemente alla Nazione, di risultare rilevante sulla scena internazionale quale produttore e contributore di pace, stabilità e sicurezza». Insomma, sì alla tecnologia, ma sempre con dietro l'insostituibile mente umana.

Altro punto fondamentale dovrà essere quello delle convergenze strategiche, i cosiddetti «Viali Complanari» che, nel rispetto del diritto internazionale, possano promuovere una partecipazione nazionale più elevata alle operazioni internazionali nell'ambito delle alleanze Nato, Ue e Onu e lo sviluppo parallelo «di cooperazioni mirate in ambiti più ristretti multilaterali o bilaterali, a carattere interministeriale e inter-agenzia, tese a una salvaguardia maggiore dell'interesse nazionale, nelle aree di primaria importanza per il Paese. Infine, non di minore importanza saranno le sinergie condivise, non solo con realtà estere, ma anche con quelle nazionali».

Più collaborazione tra enti, quindi, ma anche maggiore coesione tra le singole Forze armate, che pur mantenendo la propria specialità, potranno lavorare insieme per realizzare una Difesa che sia altamente competitiva.

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