Il rogo del bus scotta il Campidoglio

Raggi: l'incendio colpa dei mezzi datati. Ma per le chat grilline è un "sabotaggio"

Il rogo del bus scotta il Campidoglio

Roma - A dir poco suggestiva la pubblicità sul vetro posteriore dell'autobus esploso martedì mattina nel pieno centro di Roma, in via del Tritone, quel «Giudizio Universale» che richiama il nuovo spettacolo multimediale sulla Cappella Sistina ma che in realtà, fotografato così, lambito dalle fiamme che hanno completamente distrutto il mezzo, non può che far pensare allo stato comatoso in cui versa l'Atac, l'azienda di trasporti capitolina che sta lottando in tribunale per non fallire.

In strada invece sono i passeggeri a lottare quotidianamente per arrivare a destinazione indenni, visto che episodi di fiamme a bordo dei bus si registrano almeno due volte al mese. Con il doppio rogo di martedì - perché dopo quello di via del Tritone nello stesso pomeriggio ha preso fuoco un altro bus a Castel Porziano - sono infatti saliti a dieci gli incendi dei mezzi Atac dall'inizio dell'anno. E non è affatto vero, come sostiene la sindaca Virginia Raggi per cercare di sottrarsi agli attacchi, che sono diminuiti dallo scorso anno. I numeri la smentiscono, dal momento che ad inizio maggio 2017 erano andati in fumo già otto autobus, e questo senza tenere conto di tutti quegli incidenti meno eclatanti che non rendono inutilizzabili i mezzi: le statistiche parlano infatti di otto incendi che passano sotto traccia per ogni combustione che finisce sui giornali. È stato aperto addirittura un profilo Twitter #flambus per aggiornare la saga dei bus carbonizzati, con tanto di tabella che riporta i vari episodi negli anni, dove i romani la buttano a ridere (per non piangere) dando sfogo a tutta la loro ironia social. Ironia che da ieri ha invaso il web, con immagini scherzose di vario genere, come quella che rappresenta il presidente della Camera Roberto Fico, solito muoversi con i mezzi pubblici prima della nomina, che davanti alla carcassa fumante del bus dice: «Tranquilli, oggi a Montecitorio sono venuto con l'auto blu».

Se ufficialmente la Raggi e l'assessore ai Trasporti, Linda Meleo, danno la colpa all'eccessiva anzianità del parco autobus dell'Atac, nelle chat interne dei consiglieri M5s circolano ipotesi fantascientifiche su presunti sabotaggi organizzati per danneggiare la giunta grillina collegati alla procedura di concordato preventivo depositato in tribunale, con cui l'Atac sta cercando di risollevarsi dal baratro. Qualcuno azzarda addirittura l'esistenza di una «strategia della tensione» dietro all'ultimo eclatante incendio. Ma a quasi due anni dalla sua elezione, la sindaca Raggi non riesce a non rivolgersi al passato per trovare le colpe di questo stato di cose. Sostiene di essere pronta ad assumersi le proprie responsabilità, ma guarda pure indietro dicendo che se le «devono assumere anche quelli capaci di prima che ci hanno lasciato un'azienda a pezzi». «Parlo di tutti coloro che l'hanno gestita nel passato, parlo dell'azienda e della politica che ha lasciato che andasse per conto proprio. Stiamo facendo tutto il possibile - spiega - per cercare di recuperare una situazione bloccata da anni. Parliamo di una società con 1,3 miliardi di debiti, un parco mezzi vecchissimo. Abbiamo visto Parentopoli che ha aggravato di costi l'azienda, gare con cui si acquistavano pezzi di ricambio al doppio dei prezzi di mercato».

Atac ha in effetti una flotta vecchissima, i mezzi hanno in media 12 anni e hanno bisogno di una manutenzione costante, che invece non viene effettuata come e quanto servirebbe. Legambiente ha stimato che l'età media degli autobus Atac è raddoppiata rispetto al 2004.

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