Roma è senz'acqua ma c'è chi gliela ruba

Stefano Vladovich

Bracciano Venti indagati per aver sottratto acqua al lago di Bracciano, mentre Roma ripiomba nell'emergenza idrica. Acea, a sua volta sotto inchiesta per reati ambientali, conferma che da lunedì i romani resteranno senz'acqua nelle ore notturne in 60 zone, inclusa Fiumicino. Un caso diviso a metà tra meteorologia e politica. Il Lazio è messo a dura prova da incendi e siccità: oltre l'80 per cento di pioggia in meno nel solo mese di agosto. E c'è chi, nonostante l'abbassamento drammatico del livello del lago di Bracciano, continua a pompare acqua. Venti le persone denunciate per aver prelevato abusivamente dal bacino lacustre da mesi in secca tanto che i carabinieri del Noe, su mandato della Procura di Civitavecchia, hanno messo i sigilli ad altrettanti tubi e pompe utilizzate per irrigare i campi tra Bracciano, Trevignano e Anguillara Sabazia.

Il resto è un balletto di accuse che dà seguito allo scontro aperto tra Regione a guida Pd e Comune di Roma pentastellato. Il deputato Pd Emiliano Minnucci, ex sindaco di un paese del lago, accusa Acea che se la prende con gli abusivi e scarica le sue responsabilità. La società a guida grillina a sua volta passa la patata bollente al presidente della Regione Zingaretti che ha deciso le limitazioni ai prelievi da Bracciano e ora, in qualità di commissario regionale all'emergenza sanitaria deve vedersela anche con il possibile impatto della crisi idrica sugli ospedale.

Immancabile il Codacons diffida l'Acea a non interrompere la distribuzione di acqua: l'esposto inviato all'Antitrust, all'Autorità per l'Energia e alla Procura della Repubblica ipotizza l'abuso di atti di ufficio e violenza privata. Il Codacons, infine, chiede all'Acea di usare i dividendi del 2017 per la rete idrica. Vere soluzioni individuate? Una sola: sperare che piova.

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