Politica

Roma, somalo molesta un bimbo di 8 anni

Ha abusato del piccolo in un cortile. Il giovane era in un centro a Fiano Romano

Roma Davanti a un fatto come quello accaduto ieri a Fiano Romano, predicare l'accoglienza dei profughi diventa difficile. Soprattutto diventa difficile farlo con due genitori che si sono ritrovati a consolare un figlio piccolo tornato a casa sconvolto dopo aver subito violenza da un immigrato ospite di un centro per richiedenti asilo. Un somalo di 20 anni, accolto come tanti dall'Italia, responsabile di un crimine odioso, la violenza sessuale nei confronti di un minore, e per questo arrestato.

Il cittadino extracomunitario risiedeva presso il centro di accoglienza di Fiano Romano, una struttura a carattere temporaneo dello Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) del comune in provincia di Roma. Era in attesa che gli fosse riconosciuta protezione internazionale. Eppure lunedì, verso le 18, il giovane si è giocato tutto. Dopo essersi allontanato dal centro, si è introdotto in un cortile condominiale di un edificio lì vicino, dove due bambini di otto anni stavano giocando a palla. Un pomeriggio come tanti altri per i piccoli, sotto le finestre di casa. Il somalo si è avvicinato ai due amichetti, si è messo a tirare qualche calcio con loro, poi ad un certo punto si è appartato in un angolo con uno di loro e ha cominciato a palpeggiarlo. Quando si è allontanato i bimbi erano pietrificati dalla paura. Ma nonostante lo choc, la piccola vittima è corsa subito a casa e ha raccontato ai genitori di quello sconosciuto che gli aveva messo le mani addosso in quel modo. Il papà e la mamma del bambino hanno capito subito che era successo una cosa gravissima e non hanno esitato a denunciare subito il fatto ai carabinieri. Poco dopo il somalo è stato rintracciato nei pressi del centro di accoglienza di via Milano ed è stato arrestato con l'accusa di violenza sessuale aggravata, dopo che una sua foto era stata mostrata alla vittima. In attesa dell'udienza di convalida del fermo è stato portato nel carcere di Rieti.

Un fatto grave, che non fa dire no a priori all'accoglienza al sindaco di Fiano, Ottorino Ferilli, a patto però che «l'inclusione e l'integrazione di queste persone venga «sostenuta e organizzata con competenze specifiche». «Questo - spiega il primo cittadino - a tutela della comunità, in primis, e dei rifugiati stessi. L'accoglienza, dove necessaria, deve essere responsabile. Come sindaco ho il compito e il dovere morale di proteggere i miei cittadini e soprattutto i più piccoli, che devono essere liberi di giocare nei parchi pubblici e di vivere nella propria città al sicuro. Mi piacerebbe però ogni tanto ricevere qualche risposta alle lettere che scrivo a chi di competenza».

PaTa

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