Senatrice Licia Ronzulli, dopo la sua nomina alla guida della Lombardia, regione simbolo della storia di Forza Italia, si parla di rivoluzione o di resa dei conti interna al partito. Come vive questa investitura e come nasce questa sua nomina?
«Il presidente Silvio Berlusconi - spiega la senatrice, raggiunta al telefono appena finito un evento di campagna elettorale a Monza - mi ha chiamato a svolgere questo ruolo e io ho risposto generosamente dando come sempre la mia disponibilità. Cercherò di mettere le mie capacità al servizio della comunità lombarda di Forza Italia. È quella dove sono nata, cresciuta e dove ho mosso i primi passi nella mia esperienza politica. Nessuna rivoluzione né tantomeno rese dei conti, piuttosto l'idea di rilanciare l'azione politica, il presente e soprattutto il futuro di Forza Italia».
Ha avuto modo di confrontarsi con Mariastella Gelmini? Esiste la possibilità di una ricucitura con lei e con Massimiliano Salini che ha rifiutato l'incarico che gli è stato assegnato al posto di quello da lui occupato di coordinatore regionale?
«Con Mariastella Gelmini, come con tutti gli altri più importanti dirigenti nazionali, abbiamo un confronto continuo e sistematico. Con il ruolo assegnato ad Antonio Tajani il partito si muove in totale condivisione e armonia come raramente era capitato prima ormai da molto tempo. Mi è spiaciuto leggere quelle cose, sono una a cui le cose si possono dire in faccia. Massimiliano Salini è una grande risorsa di Forza Italia, un europarlamentare che abbiamo tutti sostenuto alle elezioni nel corso di questo suo mandato di commissario. Il ruolo che gli è stato assegnato dal presidente Berlusconi è di grandissimo prestigio, come sottolineato dallo stesso Berlusconi: spero che ci ripensi, che lo accetti e lo eserciti».
Pensa che l'unità di Forza Italia sia un valore a prescindere oppure che possano coesistere apertamente idee differenti, come avviene spesso nei partiti più tradizionali?
«Forza Italia è sempre stato un partito un po' anomalo: è stato il primo partito leaderistico in Italia, un modello che poi hanno copiato tutti. Da noi c'è Silvio Berlusconi, che è il fondatore del movimento e della coalizione di centrodestra, che parla con molti, ascolta tutti e poi decide sempre per il meglio di tutti noi. Anche i suoi nemici nei mesi scorsi sono stati costretti ad ammettere che rarissimamente sbaglia una mossa. È in questo contesto che matura la linea politica di Forza Italia come le decisioni organizzative, come questa. Io ho fiducia in lui, sono certa che ce l'hanno tutti. Per dirne una, è stato il primo a immaginare e proporre il governo di Mario Draghi, quando ancora eravamo governati da un governo di sinistra di 5 Stelle, Pd e Sel».
Forza Italia può ripartire dalla Lombardia?
«La Lombardia è la regione dove è nata Forza Italia, dunque, dove è nato il centrodestra. Non è soltanto la prima regione italiana per economia, ma un modello di efficienza e di collaborazione tra alleati. È anche per questa ragione che il modello Lombardia è stato messo duramente in discussione negli anni scorsi, quando si è provato a strumentalizzare le difficoltà nel combattere il Covid per colpire il buon governo del centrodestra.
Lavoreremo per rafforzare e per dare maggiore forza a una classe dirigente eccezionale, apprezzata dei cittadini, che ha saputo resistere alle sirene degli altri partiti e ha dato il suo contributo a farci ripartire e ricrescere, come stiamo facendo da ormai più di un anno».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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