Il gas nervino degli anti Cav

Il gas nervino degli anti Cav

Nell'ultima guerra incivile elettorale è stato usato un gas nervino che tutti fingono di non vedere mentre la sua nube ancora ristagna e acceca. Quel gas è l'antiberlusconismo. Non quello politico ma quello razzista. Aveva perfettamente ragione quel tizio che avendo votato Berlusconi si sentiva come un ebreo nel Terzo Reich. La produzione del gas che corrode e corrompe la democrazia dura da più di vent'anni e il suo veleno viene inoculato negli elettori che poi si comportano da tossici. L'antica voglia i pulizia etnica, guidata dagli «ariani del bene», comanda senza alcun diritto sulla logica dei numeri. La ragione del cosiddetto stallo che tanto indigna il presidente della Repubblica sta tutta nel pallottoliere che aveva mostrato già il 5 marzo la ragione dei numeri: una coalizione aveva vinto, ma non abbastanza per disporre di una maggioranza parlamentare. Da quel giorno si sapeva perfettamente che i casi erano due: o la coalizione che aveva vinto con Berlusconi era autorizzata a cercare una maggioranza in Parlamento, oppure si doveva tornare a nuove elezioni. Per quale motivo il signor Di Maio sia stato trattato come la sciantosa Mimì Tirabuchon che dava il ritmo alla compagnia e faceva la mossa, non si sa.

Se però osservate la grigia nube che opprime i dibattiti televisivi, avrete la risposta: l'unico obiettivo condiviso ma non dichiarato era far fuori Berlusconi e i quasi cinque milioni che lo hanno votato. Tutto il resto è avanspettacolo e finte crisi di nervi.

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