Il ruggito di Berlusconi: "Noi non lasceremo mai"

Il Cav: «Famiglia unita». E chiude a Bolloré: «Se voleva diventare socio, non è questo il modo»

Il ruggito di Berlusconi: "Noi non lasceremo mai"

Silvio Berlusconi rompe il silenzio e interviene nella vicenda Vivendi-Mediaset. Chiarendo due punti ben precisi: il primo è che l'iniziativa del gruppo francese controllato da Vincent Bolloré, salito in tre giorni al 20% di Mediaset, è senz'altro un'operazione ostile. Il secondo è che, dopo una tale aggressione, non rimane più alcuno spazio per il dialogo. In questo modo, con parole chiare, Berlusconi ha inteso mettere una pietra tombale su tutte le interpretazioni alimentate dal «partito della mediazione»: quello che immagina Bolloré pronto a trattare direttamente con il Cavaliere per appianare ogni equivoco. Magari in nome di una ventennale amicizia, anche grazie al comune sodale Tarak Ben Ammar o a un ruolo di Mediobanca. Invece niente: porta chiusa.

Le parole di Berlusconi, affidate a un comunicato, hanno il peso che, in una complessa partita finanziaria e politica come questa, può fare la differenza: Da lustri l'ex premier non ha più alcuna carica né in Fininvest, né in Mediaset ed è ormai irrituale che se ne esca con dichiarazioni che riguardano le società da lui fondate e controllate. Ma ieri, come un padre nobile, ha voluto intervenire proprio per segnare un momento delicato, forse epocale della sua storia imprenditoriale.

«L'acquisto di azioni Mediaset da parte di Vivendi, non concordato preventivamente con Fininvest, non può essere considerato altro che un'operazione ostile», scrive Berlusconi. Per poi aggiungere che, «quanto a noi, c'è la compattezza più assoluta della mia famiglia su un punto molto preciso: non abbiamo alcuna intenzione di lasciare che qualcuno provi a ridimensionare il nostro ruolo di imprenditori».

Le parole sono arrivate dopo il «vertice» di famiglia che si è tenuto ad Arcore martedì sera, quando Berlusconi si è visto per un'oretta con i due figli maggiori: Marina, presidente di Fininvest, e Pier Silvio, ad di Mediaset. Al Cavaliere è stata esposta la situazione, compresa la mossa dell'acquisto di titoli che ieri hanno permesso a Fininvest di salire alla massima quota azionaria di Mediaset al momento consentita dalla legge, e cioè dal 34,7 al 38,2%, con un esborso, non indifferente, nell'ordine dei 120-140 milioni.

«Per questo - prosegue Berlusconi - abbiamo aumentato la partecipazione e continueremo a farlo nei limiti consentiti dalle leggi». Per poi arrivare al punto decisivo: «Vivendi ha avuto l'opportunità, con l'accordo strategico firmato nello scorso aprile, di avviare con Mediaset una collaborazione che si preannunciava proficua per entrambi i gruppi. Purtroppo, questo accordo è stato disconosciuto da Vivendi nei modi e con le conseguenze anche giudiziarie che sono note», ha vergato l'ex premier.

Chidendo, infine, ogni porta all'ex amico Bolloré, che tramite i suoi manager ha insistito nel presentare l'operazione come un'opportunità industriale per

entrambi i gruppi: «Non è certo questo il miglior biglietto da visita che Vivendi possa esibire nel riproporsi come azionista industriale della societa». Come dire: se voleva entrare, forse era meglio non sfondare la porta.

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