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Il ruolo delle Nazioni Unite e di Washington il freno alle mire di Erdogan nel Mediterraneo

La proposta Baroudi: regole certe e confini per una spartizione delle risorse

Il ruolo delle Nazioni Unite e di Washington il freno alle mire di Erdogan nel Mediterraneo

Per ora Erdogan pare abbia rinunciato alle acque contese con la Grecia, ritiro strategico per evitare paradossali sanzioni dell'Unione Europea. Ma, inutile girarci intorno, il problema rimane. E consiste precisamente in una mancanza di chiarezze sui confini territoriali marini che sin dal 1974 (quando i Turchi invasero Cipro) ha determinato relazioni diplomatiche caratterizzate da forti tensioni.

Negli ultimi anni la posta in gioco è ulteriormente aumentata dopo la scoperta di nuovi giacimenti di idrocarburi. C'è la necessità di porre fine a queste diatribe e trovare un accordo diplomatico che favorirebbe lo sviluppo economico di entrambi i paesi, facenti parte entrambi delle Nazioni Unite. Tra l'altro, per cui pare doveroso un riconoscimento super partes. Stati Uniti ed Unione Europea hanno interessi comuni nella stabilità del Mediterraneo Orientale e l'Onu ha investito tempo e sforzi significativi con diversi tentativi per trovare una mediazione Greco-Turca.

Qual è allora il modo migliore per ottenere una risoluzione equa delle controversie sui confini marittimi? Nel suo libro Maritime Disputes in the Eastern Mediterranean: The Way Forward, recentemente pubblicato dal Transatlantic Leadership Network, l'esperto di energia Roudi Baroudi offre una nuova ed entusiasmante soluzione: la Convenzione delle Nazioni Unite sulla legge del Seas (Unclos) può essere un percorso per ottenere una delimitazione corretta e precisa e sbloccare il pieno potenziale delle scoperte energetiche della regione.

Lo scorso 11 giugno durante un panel internazionale del Transatlantic Leadership Network, alla quale hanno partecipato l'ambasciatore Jonathan Moore del Bureau of Oceans and International Environmental and Scientific Affairs del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti; il vice segretario aggiunto Kurt Donnelly dell'Ufficio delle risorse energetiche del Dipartimento di Stato americano; e responsabile energetico dottor Charles Ellinas, presieduto da Debra Cagan ex alto funzionario del Dipartimento di Stato americano, il dottor Baroudi ha ribadito l'importanza strategica degli Stati Uniti ai fini della stabilità sull'area per definire un meccanismo di delimitazione basato su regole e mediato in modo indipendente può aiutare a disinnescare le tensioni e sbloccare la piena ricchezza che giace nei fondali marini orientali del Mediterraneo.

Il libro del dottor Baroudi è un passo importante nella giusta direzione.

Una soluzione, finalmente «strutturale» a un oggetto di contesa che rischia ogni secondo di venire strumentalizzato da ragioni politiche contingenti.

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