Sì a Commissione Segre Il centrodestra si astiene

Ma la Carfagna si sfila. Scontro sulla mozione contro razzisti e antisemiti. La coalizione: rischio bavaglio

Sì a Commissione Segre Il centrodestra si astiene

D a una parte la necessità di combattere l'odio, la violenza, l'intolleranza che affollano la società moderna, specialmente nella sua versione social network. Dall'altra la libertà di espressione e di parola, destinata a fare una brutta fine quando un organismo politico si prende il diritto di metterle dei confini. Sono temi da sempre in rotta di collisione, e l'urto avviene nel modo più fragoroso possibile ieri al Senato, quando Palazzo Madama si spacca sulla mozione che istituisce una «Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all'odio e alla violenza». La mozione passa a maggioranza, il centrodestra si astiene (quasi compattamente ma con defezioni che fanno rumore come quella di Mara Carfagna: «La mia Forza Italia non si sarebbe mai astenuta in un voto sull'antisemitismo»). Gli azzurri non arrivano al voto contrario solo per rispetto della figura della prima firmataria della mozione, la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta dell'Olocausto, subissata in questi mesi di messaggi orrendi.

Ma la scelta di limitarsi all'astensione non rende la contrapposizione meno frontale. Così, anziché unire, la mozione Segre finisce per spaccare. Con la sinistra, Pd in testa, che lancia accuse pesanti contro il fronte degli astenuti: «vergogna», tuona Emanuele Fiano parlando di «offesa al Paese e alla sua coscienza». Da destra si ribatte accusando la sinistra di non avere voluto trovare un accordo su un testo. Ma ad aleggiare sull'intero scontro è l'ombra del bavaglio culturale evocata dal centrodestra. A partire da Matteo Salvini che spiega così il mancato appoggio: «Una commissione? È pericoloso che uno si permetta di decidere. Chi sono i giudici supremi? Chi giudica cosa è razzismo?», dice il leader leghista dallo studio di CartaBianca su Rai3. «Sull'antisemitismo - aggiunge - non si discute ma io mi becco del razzista perché dico di controllare gli sbarchi. È razzismo? È razzismo se un sindaco della Lega dice che vuole dare le case popolari agli italiani, prima?». «Bisogna cancellare la violenza da piazze e web - conclude Salvini - ne sono vittima continuamente, ma non è che ci sono piatti diversi su cui contare gli insulti».

Ancora più netto il dissenso di Fratelli d'Italia, spiegato così da Giovanbattista Fazzolari: «Non è una commissione sull'antisemitismo, come volevano far credere, ma una commissione volta alla censura politica - dice - con il pretesto del contrasto all'antisemitismo il Senato ha approvato oggi l'istituzione di una struttura liberticida che avrà il potere di stabilire chi ha il diritto di dire cosa e di chiedere la censura in rete delle idee non gradite. Di fatto l'istituzione del Ministero della Verità di orwelliana memoria».

Appoggi alla mozione Segre sono però venuti anche dall'interno del centrodestra: «Sono sinceramente amareggiata per l'astensione», dice la deputata di Fi Sandra Savino. «Il Ppe avrebbe votato a favore», dice Osvaldo Napoli, anche lui deputato azzurro.

La più dura, appunto, Mara Carfagna, che affida il suo dissenso ad una nota: «La mia Forza Italia - scrive - , la mia casa, non si sarebbe mai astenuta in un voto sull'antisemitismo. Stiamo tradendo i nostri valori e cambiando pelle. Intendo questo quando dico che nell'alleanza di centrodestra andiamo a rimorchio senza rivendicare la nostra identità.

Se l'unità della coalizione in politica è un valore aggiunto, essa non può compromettere i valori veri, quelli che fanno parte della nostra storia». Ma fonti vicine alla parlamentare azzurra escludono totalmente che la sua posizione sia il preludio di una rottura con il partito.

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