"Il Cav? Ci vuole buon senso". Davigo choc: vuole il patentino morale per il Colle

L'ex pm di Mani Pulite teme la possibilità che il Cavaliere possa davvero succedere a Mattarella e ammette l'assenza di impedimenti giuridici. Ma fa ricorso alla mossa della disperazione: "Non ha onore"

"Il Cav? Ci vuole buon senso". Davigo choc: vuole il patentino morale per il Colle

Piercamillo Davigo l'ipotesi non vuole nemmeno sentirla abbozzare ad alta voce. Non perché sia assurda, ma all'opposto tremendamente reale: Silvio Berlusconi Presidente della Repubblica.

L'elezione del successore di Sergio Mattarella è prevista per gennaio 2022, quindi dopodomani. Che il Cavaliere, a 85 anni, abbia l'approdo al Quirinale come sogno nel cassetto è cosa nota, ma come sempre accade ogni 7 anni dietro alla decisione su chi sarà il prossimo Presidente della Repubblica le circostanze politiche saranno determinanti e candidature apparentemente trasversali possono saltare per favorirne altre più imprevedibili. Come quella di Berlusconi. Per i detrattori, il leader di Forza Italia non avrebbe le carte in regola per via del suo profilo giudiziario, con quella che ricorda spesso essere una "persecuzione" della Magistratura nei suoi confronti che tiene ancora aperti 4 processi, tra escort e filoni Ruby Ter, a fronte dello score passato che consta di 11 assoluzioni, 10 archiviazioni, 8 prescrizioni, 2 amnistie e una condanna definitiva, per frode fiscale, con riabilitazione nel 2018.

Nulla di tutto ciò, nei fatti, impedirebbe a Berlusconi di salire al Colle, come è costretto ad ammettere l'ex consigliere del Csm Piercamillo Davigo. A DiMartedì, Davigo dice: "Non c'è nessun impedimento giuridico, poi dal punto di vista del buon senso è tutto un altro discorso".

Ecco, il buon senso. I detrattori dell'ex premier vorrebbero provare a ricorrere alla solita patente morale per bollare come impossibile da perseguire una strada che, seppur tortuosa e dal punto di vista politico quantomeno complicata, dal punto di vista giuridico sarebbe spianata.

Davigo, che se esistesse il benché minimo cavillo per sbarrare la strada al Cavaliere da ex membro del pool di Mani Pulite lo saprebbe, ha deciso di calare due assi nella manica quantomeno disperati: il già citato buon senso e l'"onore". Davigo infatti, molto annoiato visto che gli è stato negato il ritorno nel Consiglio superiore della magistratura a causa del compimento dei 70 anni, si appella all'articolo 54 della Costituzione, secondo cui coloro che ricoprono cariche pubbliche "hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore". E secondo Davigo nella prescrizione, a cui Berlusconi è ricorso 8 volte, "non c'è onore".

Insomma, il Cav non potrà divenire il 13° Presidente della Repubblica per "mancanza di onore", dice Davigo. Un'interpretazione di carattere quantomeno politico, ma con una punta di antipatia personale e forse anche di invidia (il profilo di Davigo sarebbe gradito ad alcuni parlamentari proprio per succedere a Mattarella).

Nulla a che vedere con la mera questione normativa a cui l'ex Pm era chiamato a rispondere: Berlusconi può o non può diventare Capo dello Stato? Sì, non c'è "onore" che tenga. Men che meno questo presunto "passaporto d'onore" dovrebbe conferirlo lui.

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