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"Salvini antisemita". Ma De Benedetti viene assolto

Carlo De Benedetti aveva dato dell' "antisemita" ed altro a Matteo Salvini, ma il tribunale lo ha assolto dalle accuse di diffamazione. Si prepara il ricorso

"Salvini antisemita". Ma De Benedetti viene assolto

Carlo De Benedetti è stato assolto, nel corso della giornata di oggi, a Cuneo. Per chi ha deciso, insomma, l'imprenditore non ha diffamato Matteo Salvini, quando lo ha definito "xenofobo" e non solo. Il leader leghista intanto prepara il ricorso. E la battaglia, per così dire, sembra lungi dal potersi definire conclusa. Riavvolgiamo per un attimo il nastro.

De Benedetti, partecipando ad un evento in provincia di Cuneo, aveva definito così l'ex ministro dell'Interno: "Il peggio. Antisemita e xenofobo". Era il principio dell'estate del 2018. La circostanza, nello specifico, riguardava il festival della Tv e dei nuovi media, così come ricorda l'Agi. Moderatrice del dibattito era la nota giornalista de La7 Lilli Gruber. Nella stessa occasione, l'imprenditore aveva aggiunto altre definizioni, parlando sempre di Matteo Salvini: "Antieuropeo e finanziato da Putin".

Oggi, il tribunale competente, ossia quello della provincia interessata da quella manifestazione, ha emesso la sentenza: assoluzione. Ma, come premesso, la vicenda è destinata a non esaurirsi.

"Dare dell'antisemita a Salvini è una infamia inaccettabile, come peraltro condiviso anche dal pm, visto che la locuzione ha un significato preciso e non è equivocabile. La sentenza meriterà, e lo diciamo fin da ora, appello", ha fatto presente, come ripercorso dall'Adnkronos, Claudia Eccher, che è l'avvocato che sta rappresentando il leader leghista.

E ancora: "Una sentenza politica ed è potenzialmente pericolosa: può indurre chiunque ad adottare i medesimi comportamenti emulatori e diffamatori nei confronti di un qualsivoglia esponente politico tenuto conto che un tribunale italiano non ha ritenuto l'episodio grave e diffamatorio", ha aggiunto la Eccher.

Ora, con ogni probabilità, bisognerà attendere di comprendere come la penseranno i giudici che avranno modo di esaminare il ricorso.

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