Salvini apre sul nucleare. E il leader verde lo insulta

Il leghista: «Centrali pulite pronte in sette anni» Bonelli: «Come Cetto Laqualunque, non capisce»

Salvini apre sul nucleare. E il leader verde lo insulta

Si infiamma la campagna elettorale con il botta e risposta a distanza tra Matteo Salvini e Angelo Bonelli. Gli alleati di Enrico Letta bocciano il modello francese sul nucleare e sognano un'Italia al buio. Quel «modello macroniano» che tanto piace al leader del Pd su altri temi. Stavolta il bersaglio della fronda ambientalista di sinistra non è Carlo Calenda ma l'ex ministro dell'Interno. Il Pd va a rimorchio e sposa la linea radicale di matrice grillina. Il capo del Carroccio rilancia la proposta, tema centrale per l'agenda leghista, sulla produzione dell'energia nucleare. Snodo cruciale per ridurre l'indipendenza energetica dell'Italia e colpire i costi elevati delle bollette. «Stiamo lavorando per mettere in dettaglio due temi, secondo me centrali in questo programma, che riguardano l'energia e le infrastrutture. Ma scripta manent quindi bisogna scrivere i dettagli, cosa come e quando. Il primo è aggiungere alle fonti energetiche rinnovabili, pulite e sicure, il nucleare. L'ha fatto l'Europa ed è la forma più sicura. E l'altro è sulle infrastrutture dare il via libera a quelle bloccate da tempo e faccio un esempio il ponte sullo stretto di Messina, che sarebbe fin da provati e porterebbe l'ingegneria e la sapienza italiana agli occhi del mondo»- annuncia Salvini in collegamento con Radio Libertà.

Il piano energetico della Lega è la costruzione a regime in sette anni delle centrali nucleari. Si guarda al modello francese. Più nucleare, meno costi per l'energia. Apriti cielo. Proposta che non giù a Verdi. Il leader Angelo Bonelli, dalla conferenza stampa convocata alla Camera dei Deputati per presentare i candidati della federazione Sinistra Italiana-Verdi Europa, attacca l'idea salviniana: «La proposte che la destra estrema sta facendo è una sfida all'umanità che sta chiedendo di fare qualcosa per il clima. Quando cettolaqualunque, cioè Salvini, propone il nucleare in sette anni, significa che non ha capito nulla. Cettolaqualunque vuole mettere le mani nelle tasche degli italiani, perché il nucleare è una tecnologia molto costosa, lo dicono i dati». Ecco l'ambientalismo del no ritorna a sventolare nel campo del centro-sinistra. Si rievocano i tempi di Pecoraro Scanio. Gli eredi dell'ex ministro dei governi Prodi dettano l'agenda anche al Pd: «Salvini continua con le promesse elettorali un tanto al chilo e prende in giro gli italiani. Come sul nucleare. Non è affatto vero che tutti i paesi del mondo hanno il nucleare» scrive su Facebook il senatore Andrea Ferrazzi, capogruppo dem in Commissione Ambiente. Sono ormai lontani i tempi dell'ambientalismo veltroniano che guardava senza barriere ideologiche al nucleare. Velenosa la controreplica arrivata dal fronte leghista: «Sul nucleare il Pd e i suoi cespugli, sono evidentemente ossessionati da Matteo Salvini. Basta mentire agli italiani: solo in Francia i reattori sono oltre 50, più della somma dei voti di Bonelli e Fratoianni. Al Paese serve una prospettiva che includa anche il nucleare, non le chiacchiere o i ricatti», ribatte il senatore della Lega Paolo Arrigoni, responsabile del dipartimento Energia della Lega.

L'avvio di un progetto per la produzione dell'energia nucleare pulita sarà un punto centrale nel programma del centrodestra. Idea su cui c'è il via libera di Forza Italia. Programma ormai pronto che avrà quindici priorità.

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