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Salvini attacca sui rom. Governo, ipotesi ispettori

Il vicepremier: "Stato vergognoso, andrò sul posto". Meloni e Nordio valutano se procedere. Ira Anm

Salvini attacca sui rom. Governo, ipotesi ispettori
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Scontro sull'infanzia. L'allontanamento dei tre bambini della cosiddetta "famiglia dei boschi" di Chieti accende lo scontro politico e giudiziario, sollevando interrogativi sul ruolo dei servizi sociali e sulle scelte dell'autorità giudiziaria. La premier Giorgia Meloni, che ha discusso del caso col ministro della Giustizia Carlo Nordio, viene definita "allarmata". Non è escluso che il governo, in accordo col Guardasigilli, invii degli ispettori del ministero. La Lega reagisce con forza, annunciando un'interrogazione urgente. E il vicepremier Matteo Salvini fa sapere di aver chiesto chiarimenti immediati al ministero della Giustizia, definendo la decisione "vergognosa, assurda e pericolosa per la salute dei bambini". Il leader del Carroccio si dice anche pronto a recarsi di persona sul posto "per riportare a casa quei bambini", rimettendo al centro il diritto dei minori a crescere nella propria famiglia, ove possibile. E mentre associazioni come Pro Vita & Famiglia parlano in maniera aperta di "lesione del primato educativo" e di provvedimento sproporzionato, l'Associazione nazionale magistrati invita alla "sobrietà" e denuncia presunte "strumentalizzazioni".

Non mancano le repliche politiche. In Avs, la deputata Luana Zanella controbatte, attaccando Salvini e invitandolo, con la solita tiritera della sinistra, a occuparsi "di treni", senza tuttavia entrare nel merito della vicenda. Interviene anche Santino Spinelli, vicepresidente dell'Unione internazionale romani, sostenendo che "i rom vengono tirati in ballo pure quando non c'entrano nulla" e ricordando le condizioni difficili dei campi rom. E questo perché Salvini aveva fatto notare come, in quei contesti, non sia altrettanto semplice assistere a un intervento deciso dell'autorità giudiziaria. L'accento del vicepremier è su un doppio standard, che è sin troppo evidente. Spinelli insiste sulle difficoltà storiche dei campi, evidenziando come, "quando invece 120mila ucraini in tre mesi sono stati sistemati, giustamente e dignitosamente, in Italia", nulla sia stato fatto per migliorare le condizioni dei rom. La Lega però ha le idee chiare, e rilancia sul punto con il deputato Rossano Sasso. "Quella mamma e quel papà hanno una sola colpa: essere inglesi e non appartenere alla comunità rom. Se fossero stati di etnia rom - continua il leghista -, nessuno avrebbe detto loro nulla; anzi, li avrebbero giustificati, dicendo che vivono seguendo le proprie usanze e tradizioni". La senatrice Stefania Pucciarelli, a sua volta leghista, e presidente della commissione speciale per i diritti umani, incalza. "Il giudice - afferma - ha scelto di spezzare un legame familiare magari insolito per la società, ma non per questo illegale né contrario all'educazione dei figli". E ancora: "Un evidente controsenso rispetto a quanto accade ad esempio nei campi rom, risacche di illegalità purtroppo tollerata e dove i bambini vengono educati al furto fin da piccoli".

Anche Simonetta Matone, ex magistrato e ora deputato della Lega, è della stessa opinione dei suoi colleghi: "Trovo sconcertante che nulla si faccia per salvare i bambini rom, costretti a crescere nel fango, a camminare scalzi, a vivere senza luce e acqua...Trovo che questa sia la vera natura di uno Stato che discrimina". Per il Carroccio, insomma, la storia dei "bimbi nel bosco" non finisce qui.

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